La visione di Suor Lucia a Fatima, il 13 Luglio 1917.
di: ADRIANO FORGIONE
Il FATTO QUOTIDIANO, ha pubblicato ieri la notizia dell’esistenza di un documento vaticano nel quale si parla della possibile morte dell’attuale papa, Benedetto XVI, entro un anno da oggi, cioè entro i primi mesi del 2013. Una notizia che ha fatto clamore, prima criticata, poi ratificata dalla stessa Santa Sede, che ha confermato l’esistenza del documento ma allo stesso tempo ha definito il tutto come “farneticazioni”. Farneticazioni che però sul documento portano i bolli vaticani e che vedono coinvolti alti prelati vicini al seggio di Pietro.
Qualcuno ha parlato di “attentato” al papa entro l’anno, ma il documento parla solo di morte, come fosse una previsione, e non accenna al modo in cui questi dovrebbe decedere, tanto meno a complotti tendenti ad assassinare l’attuale “sovrano”. Quest’ultima è stata avanzata dagli interlocutori cinesi del cardinale Romeo durante un suo viaggio in Cina. Vedremo però che l’ipotesi non è affatto campata in aria.
Di complotti però ce ne devono essere diversi in Vaticano. Basti pensare alla morte sospetta di Papa Giovanni Paolo I nel settembre 1978, alla scomparsa di Emanuela Orlandi nel 1983, che vede coinvolti lo IOR e la Banda della Magliana, allo strano assassinio plurimo della guardia svizzera Alois Estermann, di sua moglie e del caporale Cedric Tornay all’interno delle stesse mura vaticane nel maggio 1998, ai misteri del Banco Ambrosiano e del coinvolgimento di Roberto Calvi e dello IOR nella costituzione di fondi neri. Calvi fu trovato morto impiccato, certamente assassinato da mani ignote, nel giugno 1982, sotto un ponte di Londra.
Papa Giovanni Paolo I
Questo documento, però, credo abbia relazioni con un altro evento oscuro che coinvolge il Vaticano: il mistero di Fatima e suoi tre segreti, di cui l’ultimo, reso noto nel 2000 dalla Santa Sede, a nostro parere in modo incompleto. Nella parte non “ufficializzata” ma circolante in modo “apocrifo” da diverso tempo prima della presa di posizione ufficiale della Chiesa nel 2000, si faceva riferimento a una catastrofe planetaria generata da una guerra senza confini e a una crisi dottrinale della Chiesa, cose che sono sparite dalla versione ufficiale (divulgata proprio da Joseph Ratzinger), trasformata in una visione dai forti toni simbolici, con un un “Vescovo vestito di Bianco” che veniva assassinato, visione poi associata all’attentato di Giovanni Paolo II. Personalmente lo escludo, Papa Wojtyla non fu assassinato, sopravvisse all’attentato, e dunque la visione non si adatta a lui. La parte ufficializzata del Terzo Segreto a mio parere fa riferimento a fatti ancora da verificarsi e dunque, questo documento potrebbe essere l’anticipazione dell’uccisione di un Papa, proprio quella profetizzata dal Terzo Segreto di Fatima. Forse si tratterebbe proprio Papa Ratzinger? Avranno pensato così coloro che hanno generato il documento, rileggendo diversamente il testo rispetto all’associazione con Papa Wojtyla?
La terza pagina del terzo segreto di Fatima ufficializzata daal Santa Sede (quella con il Vescovo Bianco)
La nota sarebbe stata consegnata a Benedetto XVI lo scorso gennaio dal cardinale boliviano Castrillon con data 30 dicembre 2011. Il testo farebbe riferimento a una conversazione telefonica dell’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, che parlerebbe di un grosso rischio corso dal Papa entro dodici mesi. Si fa il nome anche di colui che potrebbe essere il successore di Sua Santità, Angelo Scola, l’arcivescovo di Milano. La nota consegnata al Papa sarebbe stata scritta in tedesco, in modo da evitarne una grande diffusione. Ma la diffusione c’è stata, e io credo proprio per prevenire l’evento profetizzato nel Terzo Segreto.
Perchè e Chi?
Il “perché” un documento così riservato finisca sulla scrivania di un giornale libero è forse proprio per sventare questa possibilità. Se c’è un complotto, il fatto di renderlo noto, aumenta il livello di sicurezza di che deve subirlo. Una scelta mirata che, come è nei metodi dei servizi segreti di ogni grande potenza del mondo, e il Vaticano è certamente la più potente, ha voluto affidarlo ad un organo di informazione in grado di generare dubbi sull’affidabilità della fonte (“Il Fatto Quotidiano” non è legato a partiti, non riceve finanziamenti pubblici e dunque è libero nel vero senso della parola) e allo stesso tempo volesse assicurarsi che venisse pubblicato, by-passando le maglie dei grandi direttori dei quotidiani legati ai poteri forti e ai partiti politici e, quindi, in grado di censurarlo. Questo non è avvenuto e oggi il documento è confermato come autentico, sebbene, come era ovvio che avvenisse, è stato bollato come “farneticazioni” dagli stessi che lo hanno consegnato al Papa. Non ci si poteva mica aspettare che dicessero: “È tutto vero!”. Immaginate che caos! Certo è interessante che la Segreteria di Stato vaticana riceva un documento di questo tenore, ci si faccia quattro risate sopra e poi ci ponga un bollo per passarlo al Papa. Si sarà fatto quattro risate anche lui? Non credo. Che all’interno del Vaticano siano realmente preoccupati sembra trasparire dallo stesso fatto che tale documento avrebbe dovuto essere letto proprio dal Papa e dal suo entourage. Da lì in poi qualcosa è cambiato, e tutto questo sa di strategia.
Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
Se abbiamo spiegato “il perché” c’è da ragionare ancora sul “Chi” ha fatto uscire un documento così dalle mure papali, consegnandolo ad un giornale indipendente. Si tratta certamente di qualcuno molto in alto, che ha accesso a documentazioni riservate, anche le più strettamente attinenti il Papa, quelle che maneggiano in pochissimi. Un cardinale certamente, ma non si sa chi. Essendo il documento in tedesco doveva essere in grado di tradurlo chiaramente per comprenderne il contenuto. Quindi qualcuno molto vicino al Papa, se non il Papa stesso, che infatti lo ha letto e ne è a conoscenza. D’altronde, chi potrebbe averne più paura se non lui, che conosce bene il segreto di Fatima relativo all’uccisione del vescovo bianco e che, consapevole delle manovre interne ai diversi poteri in Vaticano, avrebbe dunque potuto concertare con i suoi, una diffusione “anonima” a mezzo stampa al fine di cautelarsi. Assurdo? Io dico, possibile.
Dunque, sono certo che le paure nel Vaticano sono legate al testo del Terzo Segreto di Fatima e a quella visione da loro stessi ufficializzata della morte di un “Vescovo vestito di bianco”. Ma il Terzo Segreto, per la sua parte ancora non ufficializzata, è anche strettamente legato alla “fine di questo tempo”, cui è concatenata la fine della Chiesa Romana, anticipata nel testo apocrifo, da una sua profonda crisi dottrinale (e su questo oramai ne siamo tutti consapevoli, basti pensare alla pedofilia imperante), fatto confermatomi da Monsignor Corrado Balducci, nel 1999, durante un’intervista che gli feci al nostro primo incontro. Ma la cosa più oscura me la confidò durante una cena privata insieme alla giornalista Paola Harris, a Roma nel 2005 (Balducci è poi deceduto nel settembre 2008). Grande esperto di Fatima e studioso dei “segni degli Ultimi Tempi”, Balducci era demonologo ed esorcista, accreditato presso la Santa Sede, dunque ho sempre preso quelle parole seriamente: «Satana cammina nelle stanze Vaticane. Spesso quando entro quelle stanze mi trovo ad incrociare il saluto di alcuni cardinali e porporati che conosco e dentro di me, nella mia testa gli chiedo: buongiorno, come sta il cornuto?». Balducci si riferiva ad alcuni specifici cardinali di cui, però, non ha mai fatto nomi. Oggi però, con questo documento, emerge ancora una volta una strana e occulta lotta per i seggi del potere all’interno del Vaticano e lo conferma il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio
Il mio primo incontro con Monsignor Corrado Balducci nel 1999 (al centro Paola Harris)
La Profezia di Malachia e la mia lettura possibile
Una “Fine del Tempo” che sembrerebbe essere sostenuta da un’altra profezia. Quella di Malachia del 1139 che predisse l’avvento di altri 112 papi prima della fine della Chiesa e della distruzione di Roma (forse da vedere come caduta della Chiesa Romana). I papi sinora sono 111, l’ultimo, il prossimo è definito da Malachia “Petrus Romanus”, Pietro il Romano. Lungi da me fare speculazioni senza fondamento, solo il tempo può fornire risposte affidabili, ma speculare in tal senso non è peccato, considerato il documento in esame. Questo fa infatti riferimento al nome del possibile successore di Papa Benedetto XVI, il cardinale Angelo Scola e dunque, anche se non dovesse essere lui e tutto quanto profetizzato non si avverasse, noi ci proviamo ugualmente. Il termine Scola deriva dall’antico termine sanscrito “Kala”, che significa “morte” o “pietra nera” (una pietra sacra nell’antichità) e da cui sono derivate anche i termini “Scuola”, “Scala” e l’inglese “Skull” (quest’ultimo si relaziona anche al nome di Pietro in aramaico, la lingua di Gesù, cioè “Kefa”, Cefalo, cioè “Testa”) . Ora è proprio Gesù a dire in Matteo 16.18: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa». Dunque il cognome Scola ha in sé il nome di Pietro, proprio quello che Malachia indica come ultimo papa. Il problema nasce sul termine “Romanus”. Ricordiamo che nel 1139, quando Malachia redasse il suo elenco di papi, l’Italia in quanto Stato non esisteva e dunque un “italiano”, da un uomo del 1139 sarebbe stato certamente definito “Romano”. In effetti se il prossimo papa fosse italiano, sarebbe il primo dopo ben 33 anni di “regno” straniero (Wojtlya era polacco, Ratzinger tedesco), cosa mai accaduta all’interno del pontificato romano dopo che Malachia scrisse il suo elenco dei papi (se si eccettua la parentesi avignonese). Dunque il nome Petrus Romanus si potrebbe adattare ad Angelo Scola. Inoltre, all’interno della storia di cui stiamo trattando, è coinvolto l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. Il nome Romeo deriva dal latino “Romeus” cioè “Romano”. Che Malachia avesse previsto e codificato, all’interno degli eventi di riguardanti quest’ultimo papa, anche i nomi di coloro che ne avrebbero in un modo o nell’altro anticipato l’ascesa? A volte le visioni e le profezie sono una Cabala da dipanare e anche questa ne è una buona prova, ma in ogni caso. solo il tempo potrà dirlo. Quest’ultimo è stato solo un gioco per verificare l’adattabilità del nome anticipato nel documento con un’altra famosa profezia. Se poi il prossimo papa dovesse essere il Cardinale Bertone, come altri vociferano, allora non servirebbe alcuna Cabala. il suo nome completo è Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Non serve aggiungere altro.
Restano gli sconosciuti disegni e le inquietanti ombre che si muovono all’interno del Vaticano, in una lotta intestina tra poteri occulti che hanno davvero tanto a che fare con il Terzo Segreto di Fatima e gli Ultimi Tempi.
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