Foto scattata il 16 gennaio 2020
del rover Rosalind Franklin al termine della campagna di test ambientali
tenutasi a Tolosa, in Francia presso le strutture di Airbus. Credits: Airbus.
DA:
https://www.astronautinews.it/2020/05/aggiornamenti-su-exomars/
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La seconda missione del programma
ExoMars, il cui lancio è stato recentemente rinviato al 2022, sta utilizzando
questo margine di tempo guadagnato per aggiornare alcuni strumenti del rover e
per la pianificazione dei prossimi test sui paracadute in alta quota.
La nuova data di lancio, prevista
fra agosto e ottobre 2022 darà quindi tempo agli ingegneri di effettuare delle
riparazioni e delle sostituzioni sul rover di ExoMars denominato Rosalind
Franklin.
I pannelli solari che aiuteranno
il rover ad affrontare le gelide notti marziane, verranno rinforzati per il
fatto che, dopo i test ambientali svoltisi all’inizio di quest’anno, sono state
rilevate delle crepe. Presso gli stabilimenti di Airbus di Stevenage, nel Regno
Unito, verranno installati dei nuovi sistemi di chiusura per rinforzare
l’interfaccia fra i pannelli solari e le staffe di sostegno.
La rimanente parte del rover
resta di fatto presso la Thales Alenia Space di Torino per le operazioni di
manutenzione di routine, come la carica delle batterie e i controlli sulla
pulizia. I controlli microbiologici molto stretti, sono fondamentali per
impedire che dei contaminanti biologici terrestri possano raggiungere il
Pianeta Rosso. Pertanto è necessario che anche ExoMars risponda ai requisiti di
protezione planetaria per evitare dei falsi positivi nei rilievi scientifici,
quella che gli scienziati chiamano forward contamination ovvero il
trasferimento di forme di vita o di altri contaminanti dalla Terra a un altro
corpo celeste.
Gli scienziati e gli ingegneri
intendono sostituire alcune parti elettroniche secondarie del Mars Organic
Molecule Analyser (MOMA), ovvero uno strumento in grado di rilevare molecole
organiche e di svolgere indagini sull’origine potenziale, sull’evoluzione e
sulla distribuzione della vita su Marte.
Anche lo spettrometro
all’infrarosso ISEM (Infrared Spectrometer for ExoMars), andrà sostituito con
uno di riserva, che ha dimostrato avere una migliore performance. ISEM
analizzerà i minerali presenti sulla superficie di Marte.
Inoltre, una delle telecamere
poste sulla sommità della trivella del rover, destinata ad acquisire immagini a
colori ad alta risoluzione delle rocce e del suolo attorno a Rosalind, il
Close-Up Imager (CLUPI), verrà sottoposta ad un aggiornamento di software.
«Gli strumenti godevano già di
ottima salute, ma trovare il tempo per fare queste migliorie, è stato
fantastico per la nostra missione scientifica su Marte» ha dichiarato Jorge
Vago, scienziato del progetto di ExoMars per l’ESA.
I paracadute sono pronti per un
altro test:
Le nuove sacche per il
contenimento e il rilascio dei paracadute della missione ExoMars, sono state
dichiarate idonee per i test finali di lancio ad alta quota. Tuttavia, le
restrizioni imposte dalla pandemia legata al nuovo coronavirus, hanno costretto
il rinvio di questi ultimi test da maggio ad almeno settembre 2020. La campagna
di test di estrazione dinamica è stata un successo. Il progetto aggiornato con
delle linee più facilitate e una migliore estrazione della cupola del
paracadute, hanno dimostrato di riuscire a evitare lacerazioni a una velocità
di espulsione di 200 km/h, che è molto vicina alle velocità alle quali i
paracadute verranno tirati fuori dalle proprie sacche durante la discesa sulla
superficie di Marte.
«Il meticoloso ripiegamento di
ogni paracadute all’interno della propria sacca è essenziale per garantire un
suo corretto dispiegamento» ha illustrato Thierry Biancquaert, ingegnere capo
dei sistemi di ExoMars. Basti pensare che la sola procedura di ripiegamento del
paracadute principale, che con i suoi 35 metri di diametro sarà il più grande
mai inviato su Marte, dura più di tre giorni.
Un totale di sei test svolti a
terra hanno dimostrato un’estrazione pulita e senza problemi dei paracadute dai
propri alloggiamenti, senza che essi abbiano subito danni da sfregamento, nel
corso di una campagna di test svoltasi fra novembre 2019 e gennaio 2020 presso
il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California. In precedenza, sempre nel
2019, erano stati svolti dei test ad alta quota che avevano però evidenziato
dei danni critici a entrambe le calotte dei paracadute. I due paracadute,
ciascuno con il proprio paracadute pilota per l’estrazione, sono fondamentali
per rallentare il modulo di discesa di ExoMars prima dell’atterraggio sul Pianeta
Rosso. In soli sei minuti, il modulo passerà da una velocità di circa 21.000
km/h nel corso del rientro atmosferico, all’atterraggio morbido, e quindi a
velocità di discesa zero.
Rilascio impeccabile:
I test a elevata velocità
simulano la velocità di estrazione che i paracadute dovranno affrontare durante
la fase di discesa, circa un paio di minuti prima del touchdown. Per svolgere
questi particolari test è stato impiegato un cannone ad aria compressa, il
quale ha “sparato” la sacca orizzontalmente, la quale ha espulso il paracadute
proprio come dovrebbe succedere durante la missione.
«L’estrazione avviene in una
frazione di secondo, e tutto succede molto rapidamente» ha spiegato Thierry.
Un’immagine ravvicinata della
bocca del cannone ad aria compressa per i test di espulsione dei paracadute. ©
NASA/JPL-Caltech
L’ESA ha beneficiato dell’enorme
esperienza che la NASA ha storicamente accumulato con la gestione dei
paracadute. Questa cooperazione ha dato all’Europa la possibilità di poter
accedere alle speciali attrezzature di prova del Jet Propulsion Laboratory,
nonché alla possibilità di eseguire i test di estrazione con delle sessioni in
rapida successione.
«È stata una vera sfida organizzare
questa campagna così velocemente, assieme a tutti i partner coinvolti. Il
supporto fornito dalla NASA è stato eccellente e utile alla validazione
avvenuta con successo delle nuove sacche per il dispiegamento dei paracadute»
ha concluso Thierry.
Volare più in alto:
Il passo seguente, ovvero i test
di sgancio ad alta quota presso il sito di prova in Oregon, dovrà attendere
almeno fino al prossimo settembre. Questo genere di test richiede una complessa
logistica e delle condizioni meteo molto particolari con dei range ristretti,
per garantire la sicurezza dei voli.
Il paracadute da testare,
inserito nel suo apposito contenitore e montato sul veicolo per la prova di
sgancio, verrà portato a una quota di 30 km con un pallone stratosferico a
elio. Un impulso inviato da terra comanderà il rilascio del veicolo che cadrà
in volo libero fino all’inizio della sequenza di espulsione del paracadute, in
condizioni di pressione simili a quelle che il lander incontrerà nella tenue
atmosfera marziana. Questi test dovranno dimostrare la capacità dei paracadute
principali di dispiegarsi in maniera perfetta dalle proprie sacche, e di
sostenere i carichi conseguenti alla loro apertura senza lacerarsi.
ExoMars molto in breve:
Il programma ExoMars è uno sforzo
congiunto fra la Roskosmos State Corporation e l’ESA, e oltre alla missione in
partenza nel 2022, esso ha incluso il Trace Gas Orbiter lanciato nel 2016. Il
TGO sta sia inviando dati scientifici importanti ottenuti dalla sua
strumentazione scientifica di costruzione russa ed europea, che ritrasmettendo
i dati provenienti dal rover Curiosity e dal lander InSight entrambi della
NASA. Esso fungerà anche da ripetitore per i dati della missione ExoMars 2022
quando arriverà su Marte.
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