sabato 4 gennaio 2020

IL MITO DELLA "GRANDE MADRE"



Una Venere di 23 mila anni fa! 

Grandissima scoperta ad Amiens, nel rione di Renancourt. L’equipe di archeologi capeggiata da Clément Paris ha scoperto una Venere di 23.000 anni fa 4 metri sottoterra. La missione archeologica condotta dall’Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (INRAP) era iniziata nel lontano 2014, mentre il sito era stato scoperto nel 2011, a pochi passi da una zona commerciale. Da allora sono stati ritrovati molti reperti archeologici risalenti all’epoca del Paleolitico Superiore (35.000 – 15.000 anni fa), delle vere piccole opere d’arte.Si contano 15 statuette dello stesso soggetto, le Venus. La statuetta in questione, la Venere di Renancourt, è alta 4 cm, scolpita in gesso ed è stata ritrovata eccezionalmente in ottime condizioni. Costituisce una rara testimonianza dell’arte gravettiana, sviluppatasi in Europa tra 28.000 e 22.000 a.C., caratteristica dei cacciatori-raccoglitori.


Le “Veneri paleolitiche” sono state ritrovate in Europa, dalle coste atlantiche fino alla Siberia. Queste dame preistoriche sono tutte diverse, non esiste un codice figurativo condiviso, perché ogni pezzo rispecchia la cultura e le credenze del popolo che l’ha prodotta. Solitamente misurano dai 2-3 cm ai 14,4 della Venere di Lespugue, rinvenuta in Francia, nella Grotta des Rideaux. Nonostante le piccole dimensioni le statuette presentano tratti femminili tanto accentuati da suggerire la loro identificazioni come idoletti della fecondità, forse legato al pantheon della popolazione e a una sorta di rituale mistico-religioso. La Venere di Renancourt era stata trovata a luglio, ma il team di archeologi ha taciuto la scoperta fino a mercoledì 4 dicembre. “Gli archeologi”,conclude l’INRAP, “ipotizzano la presenza di un atelier specializzato in questo tipo di produzione: le sculture sono state infatti rinvenute assieme a migliaia di frammenti di gesso, dei quali alcuni sembrano essere scarti di produzione. La funzione e il significato di queste figurazioni paleolitiche rimangono in discussione”.

                                                             Venere di Willendorf 

La statuetta era in buone condizioni nell’habitat in cui è stato trovata, insieme ad altri resti “perfettamente conservati” dal limo, 4 metri sotto il terreno attuale. “Fino ad ora, c’erano pochi siti nel nord della Francia che potevano essere collegati a questo periodo“, ha detto Clément Paris. In pochi anni, La Francia ha raddoppiato il numero di statuette, che ora sono trenta a dispetto delle cento in tutta Europa; l’ultima era stata scoperta nel 1959 a Tursac, in Dordogna. La petite statuette paléolithique, con i suoi attributi femminili (glutei, cosce, seno) prominenti, il viso privo di connotati incorniciato da un cappello con fini incisioni quadrettate, fa eco ad altri due esemplari: la Venere con cappuccio di Brassempouy, ritrovata a Landes, in Francia sudoccidentale, e la Venere Willendorf dell’Austria (vedi immagine sopra), con cui condivide canoni estetici simili. Dominique Garcia, Presidente di Inrap afferma lapidariamente che questo è il tipo di scoperta che si troverà, nel breve  futuro, nei libri di testo “.

da:
https://va.news-republic.com/a/6767443919429960197?app_id=1239&c=sys&gid=6767443919429960197&impr_id=6768046130129193221&language=it&region=it&user_id=6699498745832932357

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