La longevità è scritta nei
telomeri...
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
In diverse specie di mammiferi e
di uccelli c'è una correlazione tra la longevità media degli individui e la
rapidità con cui si accorciano le estremità dei cromosomi.
La longevità è scritta nel DNA.
Non nei geni come si potrebbe pensare, anche se essi hanno un’influenza
fondamentale nel determinare la salute dell’individuo, ma nelle estremità dei
cromosomi che non codificano per proteine, i telomeri, e più precisamente nella
rapidità con cui si accorciano nei ripetuti cicli di replicazione cellulare. È
quanto emerge da uno studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy
of Sciences” da Maria A. Blasco, e colleghi dell’Università di Barcellona, che
hanno analizzato diverse specie di animali. I telomeri sono le parti terminali
dei cromosomi e sono costituiti dalla ripetizione continua di brevi sequenze di
nucleotidi, le unità di base del DNA. Nel caso dei telomeri umani, per esempio,
la sequenza che si ripete, per un numero di volte variabile tra 100 e 1000, è
formata da sei nucleotidi: TTAGGG (dove T, A e G indicano rispettivamente le
basi timina, adenina e guanina). I telomeri hanno la funzione di proteggere i
geni dall’erosione, che si verifica nei cicli di replicazione del DNA. C’è
anche un meccanismo basato sull’azione dell’enzima telomerasi, che compensa
l’accorciamento progressivo dei telomeri, aggiungendo nuove sequenze ripetute.
La telomerasi però è attiva solo nelle cellule germinali (spermatozoi e cellule
uovo), nelle cellule staminali e in modo patologico nelle cellule tumorali, non
quindi nelle cellule somatiche, che costituiscono quasi del tutto un organismo.
Nella maggior parte degli organismi pluricellulari, in sostanza, i telomeri
vanno via via accorciandosi nel corso della vita, per questo in passato si è
ipotizzato che la loro lunghezza fosse correlata alla longevità, ma finora,
come sottolineano gli autori, non era stata stabilita la validità universale di
questa ipotesi per le specie. Blasco e colleghi hanno misurato la lunghezza dei
telomeri in diverse specie di uccelli e mammiferi, con un’ampia gamma di
dimensioni corporee e di longevità, tra cui topo comune (Mus musculus), capra
(Capra hircus), gabbiano corso (Larus
audouinii), renna (Rangifer tarandus), grifone (Gyps fulvus), delfino tursiope
(Tursiops truncatus), fenicottero (Phoenicopterus ruber) ed elefante di Sumatra
(Elephas maximus sumatranus). I ricercatori hanno poi confrontato i dati
raccolti con la lunghezza media della vita delle stesse specie, scoprendo che quest’ultima
è correlata non con la lunghezza dei telomeri, ma con la rapidità con cui essi
si accorciano nell’arco della vita: più è rapido l’accorciamento, minore è la
longevità. Il risultato supporta l’idea che sia proprio l’accorciamento dei
telomeri e il conseguente danno al DNA a determinare la senescenza delle
cellule e quindi la longevità dell’individuo.
Da:
Da:
https://www.lescienze.it/news/2019/07/10/news/tasso_accorciamento_telomeri_longevita_-4476341/
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