Algoritmi a 6 bit ricavati da DNA
sintetico, la rivoluzione dei computer.
Gli studiosi della Caltech hanno
pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature uno studio riguardante la relazione
possibile fra biologia molecolare e computer science. L’incontro tra biologia
molecolare e computer science è possibile grazie agli algoritmi. A saperlo bene
sono gli scienziati del California Institute of Technology, meglio conosciuto
come Caltech.
Il DNA diventa parte integrante
del computer tramite algoritmi.Un computer fatto di DNA sembra quasi un’idea
fantascientifica. E lo era fino a poco tempo fa. Con uno studio pubblicato
sulla prestigiosa rivista Nature, gli studiosi statunitensi hanno dimostrato
come il DNA sia eseguibile in algoritmi a 6 bit. Ma come è possibile tutto
questo? Lo studio si basa su filamenti di DNA sintetico, capace di auto-assemblarsi
fino a creare l’equivalente di quello che definiremmo un computer. Per eseguire
questo esperimento, gli scienziati si sono basati su piastrelle di DNA definite
“DNA tile”. Le piastrelle sono formate per ognuna da un singolo filamento di
DNA sintetico e da quattro domini: due in input e due in output. L’algoritmo a
6 bit prende vita proprio nella sfera dell’input e il sistema aggiunge
automaticamente fila di molecole, fino a creare degli algoritmi completi.
Computer funzionanti anche in
assenza di elettricità:
La straordinarietà della scoperta
risiede nel fatto che questa nuova tipologia di computer potrebbe non soltanto
andare a sostituire quelli tradizionali ma rivoluzionare il mondo del tech in
maniera permanente. Il tutto grazie alla capacità di auto-assemblaggio,
dimostrando come non vi sia necessità di una corrente elettrica che scorra nei
circuiti di un computer. Questi algoritmi, inoltre, hanno il potere di
effettuare una serie di operazioni. Tuttavia bisogna dire che attualmente le
funzioni di questi computer sono molto basilari e anche l’autore dell’articolo,
Eric Winfree, preferisce andarci cauto. “Questi sono calcoli rudimentali, ma
hanno il potere di insegnarci molto su come semplici processi molecolari come
l’auto-assemblaggio possano codificare informazioni e far girare algoritmi” ha
dichiarato, in merito a questo straordinario esperimento. E sulla relazione tra
biologia e computer? Anche qui, Winfree si è lasciato andare ad un commento
breve ma ricco di speranze: “La biologia è la prova che la chimica è
intrinsecamente basata sull’informazione e può conservare dati che possono
guidare comportamenti algoritmici a livello molecolare.” Concludendo, ancora
non sappiamo cosa ci si aspetta per il futuro, ma sicuramente la scoperta di
come una relazione tra DNA e computer science sia possibile resta una scoperta
sensazionale che, prima o poi, verrà impiegata ufficialmente nella costruzione
dei personal computer.
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SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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