La permanenza nello spazio porta ad una riduzione del volume
del cervello umano.
Secondo un recente studio
condotto dall'Università di Antwerp, passare troppo tempo nello spazio
provocherebbe una riduzione del volume del cervello umano.
Da tempo siamo a conoscenza del
fatto che la permanenza dell’uomo nello spazio modifica la morfologia del corpo
umano, portando ad esempio all’atrofia muscolare e alla riduzione della densità
ossea. Un recente studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto
da un team di neuroscienziati dell’Università di Antwerp, ha dimostrato che
passare dei lunghi periodi di tempo nello spazio avrebbe anche effetti negativi
sul cervello. Il cervello subirebbe infatti una riduzione di volume che perdura
anche a distanza di mesi dal termine della missione.
Lo studio:
Quanto dimostrato è il risultato
dello studio del cervello di dieci cosmonauti, con età media di 44 anni, che
avevano trascorso una media di 189 giorni a bordo della Stazione Spaziale
Internazionale. Il cervello è stato misurato, tramite risonanza magnetica, sia
prima che al termine della missione, a distanza di 9 giorni dal ritorno. Dalla
risonanza si sono osservati cambiamenti significativi sia nella materia bianca
che in quella grigia del cervello. La materia grigia si è ridotta a seguito dei
viaggi, ma gli esami hanno dimostrato che si era ritirata solo temporaneamente.
Invece la materia bianca ha mostrato diminuzioni più significative e anche
permanenti, o comunque molto più durature. Le immagini evidenziano anche uno
spostamento verso l’alto del cervello e un restringimento dello spazio presente
tra la parte superiore del cervello e il cranio. Tali cambiamenti sarebbero
causa di un aumento della pressione intracranica e di problemi di vista
sperimentati da alcuni astronauti. Il professor zu Eulenburg ha dichiarato:
“Presi nel loro complesso, i nostri risultati indicano dei cambiamenti
prolungati nello schema di circolazione del fluido cerebrospinale per un
periodo di almeno sette mesi dopo il ritorno sulla Terra. Tuttavia non è ancora chiaro se
queste estese alterazioni evidenziate nella materia grigia e bianca possano
avere delle conseguenze anche sull’aspetto cognitivo”. Per ulteriori
conferme serviranno ulteriori studi sulle missioni di lunga durata.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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