sabato 2 dicembre 2017

PANSPERMIA: REALTA' E NON FANTASCIENZA!


ISS contaminata da batteri sopravvissuti nello Spazio: nessun pericolo per l’uomo


Batteri viventi attaccati alla stazione spaziale ISS: non è il film Alien, ma la realtà descritta dall’astronauta russo Anton Shkaplerov (nella foto in alto - al centro - con la nostra Samantha Cristoforetti) all’agenzia TASS. Secondo quanto riportato, durante una “passeggiata spaziale” all’esterno della stazione, sarebbero stati trovati sulla superficie del segmento russo batteri sopravvissuti nello spazio, immediatamente raccolti per essere inviati sulla Terra ed esaminati presso i laboratori della NASA. I tamponi hanno rilevato la presenza di batteri assenti durante il lancio della ISS, dunque depositatisi sulla sua superficie esterna quando la stazione era già in orbita.

 “Sono stati analizzati e pare che non rappresentino un pericolo”, ha rassicurato Shkaplerov.


Del resto, non è la prima volta che sulla superficie esterna della ISS si ritrovano dei batteri: eclatante fu ad esempio il caso dei batteri - di origine terrestre - che sopravvissero per ben 3 anni nello spazio con temperature comprese tra -150 e +150 gradi Celsius. Tali batteri furono trasportati attraverso un tablet ed altro materiale utilizzato dall’equipaggio all’interno della cabina.

Da:


Lombrichi su Marte, possono vivere e riprodursi nel terreno marziano


I lombrichi sono fondamentali per la sopravvivenza di qualsiasi ecosistema e ora, per la prima volta, gli scienziati della Wageningen University, in Olanda, hanno scoperto che possono riprodursi nel “suolo marziano”.

Dai risultati della ricerca è emerso che i lombrichi potrebbero riprodursi su Marte, e ciò rappresenta un importante passo verso la colonizzazione dell’uomo sul pianeta rosso. I ricercatori hanno condotto un esperimento che simulava la vita su Marte e sul terreno identico a quello del pianeta, sono nati due lombrichi. Wieger Wamelink, autore principale dello studio, ha scoperto gli invertebrati nei campioni di suolo identico a quello marziano che ha ottenuto dalla Nasa. La superficie di Marte è coperta di sabbia e polvere, formata dall’erosione di rocce ignee ricche di ferro simili al basalto; conosciuto come “regolite”, questo materiale può essere a grana grossa, fine o in polvere. La riproduzione artificiale del suolo della Nasa è originaria di un vulcano delle Hawaii e Wamelink ha coltivato all’interno i lombrichi, aggiunto rucola e del letame suino simile agli escrementi umani; è rimasto sbalordito quando, inaspettatamente, ha scoperto che era avvenuta la riproduzione, c’erano un paio di nuovi arrivati. “Il letame ha stimolato la crescita, specialmente nella riproduzione artificiale del suolo marziano, e abbiamo visto che i lombrichi erano attivi”, ha detto Wamelink. “Ma la vera sorpresa è stata alla fine dell’esperimento, quando abbiamo trovato i due lombrichi appena nati”. Per nutrire i futuri esseri umani che vivranno su Marte, un ecosistema agricolo sostenibile è una necessità, e i lombrichi avranno un ruolo fondamentale rispetto all’abbattere e riciclare le sostanze organiche morte presenti nel suolo. Wamelink ha affermato che per fertilizzare il terreno avrebbero potuto utilizzare urina ed escrementi umani ma per “ragioni pratiche e di sicurezza” hanno optato per il liquame di maiale.


Il terreno artificiale di Marte ha ottenuto risultati migliori perfino della sabbia argentata, una sabbia bianca e fine usata dai giardinieri. “L’effetto positivo dell’aggiunta di letame non è stato inaspettato, ma siamo rimasti sorpresi dal fatto che il terreno artificiale marziano avesse un rendimento superiore alla sabbia argentata”. Il team di Wamelink ha aggiunto materia organica di precedenti esperimenti a sabbia e letame in alcuni vasi campione e, dopo la germinazione, posizionato dei lombrichi. “Abbiamo realizzato tutte le combinazioni possibili, ad accezione della materia organica che è stata aggiunta in tutti i vasi”, ha affermato Wamelink, i cui esperimenti sono fondamentali per determinare se su Marte le persone potranno sopravvivere grazie alle coltivazioni. I lombrichi sono necessari per ottenere un suolo sano non solo sulla Terra, ma anche nei futuri orti su Marte o sulla Luna. Questi invertebrati svolgono i compiti fondamentali di degradare i resti di piante, trasformandole in materia organica, e di smuovere il suolo creando gallerie, rilasciando sostanze nutrienti come azoto, fosforo e potassio. “Sembrano possibili, sul pianeta rosso, colture come fagiolini, piselli, ravanelli, pomodori, patate, rucola, carota”. Precedenti lavori dello stesso team avevano dimostrato che su questo suolo si possono coltivare vegetali sicuri da mangiare, nonostante le alte percentuali di metalli. “Dopo aver superato i test, abbiamo organizzato una cena con le piante da noi coltivate, con le persone che hanno sostenuto la ricerca attraverso la campagna di crowdfunding”, ha concluso Wamelink.

da:
https://www.blitzquotidiano.it/scienza-e-tecnologia/lombrichi-marte-scoperta-riprodursi-terreno-2795158/

PER APPROFONDIMENTI:






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