ISS contaminata da batteri sopravvissuti nello Spazio: nessun
pericolo per l’uomo
Batteri viventi attaccati alla
stazione spaziale ISS: non è il film Alien, ma la realtà descritta
dall’astronauta russo Anton Shkaplerov (nella foto in alto - al centro - con la nostra
Samantha Cristoforetti) all’agenzia TASS. Secondo quanto riportato, durante una
“passeggiata spaziale” all’esterno della stazione, sarebbero stati trovati
sulla superficie del segmento russo batteri sopravvissuti nello spazio,
immediatamente raccolti per essere inviati sulla Terra ed esaminati presso i
laboratori della NASA. I tamponi hanno rilevato la presenza di batteri assenti
durante il lancio della ISS, dunque depositatisi sulla sua superficie esterna
quando la stazione era già in orbita.
“Sono
stati analizzati e pare che non rappresentino un pericolo”, ha rassicurato
Shkaplerov.
Del resto, non è la prima volta
che sulla superficie esterna della ISS si ritrovano dei batteri: eclatante fu
ad esempio il caso dei batteri - di origine terrestre - che sopravvissero per
ben 3 anni nello spazio con temperature comprese tra -150 e +150 gradi Celsius.
Tali batteri furono trasportati attraverso un tablet ed altro materiale
utilizzato dall’equipaggio all’interno della cabina.
Da:
Lombrichi su Marte, possono vivere e riprodursi nel terreno
marziano
I lombrichi sono fondamentali per
la sopravvivenza di qualsiasi ecosistema e ora, per la prima volta, gli
scienziati della Wageningen University, in Olanda, hanno scoperto che possono
riprodursi nel “suolo marziano”.
Dai risultati della ricerca è
emerso che i lombrichi potrebbero riprodursi su Marte, e ciò rappresenta un
importante passo verso la colonizzazione dell’uomo sul pianeta rosso. I
ricercatori hanno condotto un esperimento che simulava la vita su Marte e sul
terreno identico a quello del pianeta, sono nati due lombrichi. Wieger
Wamelink, autore principale dello studio, ha scoperto gli invertebrati nei
campioni di suolo identico a quello marziano che ha ottenuto dalla Nasa. La
superficie di Marte è coperta di sabbia e polvere, formata dall’erosione di
rocce ignee ricche di ferro simili al basalto; conosciuto come “regolite”,
questo materiale può essere a grana grossa, fine o in polvere. La riproduzione
artificiale del suolo della Nasa è originaria di un vulcano delle Hawaii e
Wamelink ha coltivato all’interno i lombrichi, aggiunto rucola e del letame
suino simile agli escrementi umani; è rimasto sbalordito quando,
inaspettatamente, ha scoperto che era avvenuta la riproduzione, c’erano un paio
di nuovi arrivati. “Il letame ha stimolato la crescita, specialmente nella
riproduzione artificiale del suolo marziano, e abbiamo visto che i lombrichi
erano attivi”, ha detto Wamelink. “Ma la vera sorpresa è stata alla fine
dell’esperimento, quando abbiamo trovato i due lombrichi appena nati”. Per
nutrire i futuri esseri umani che vivranno su Marte, un ecosistema agricolo
sostenibile è una necessità, e i lombrichi avranno un ruolo fondamentale
rispetto all’abbattere e riciclare le sostanze organiche morte presenti nel
suolo. Wamelink ha affermato che per fertilizzare il terreno avrebbero potuto
utilizzare urina ed escrementi umani ma per “ragioni pratiche e di sicurezza”
hanno optato per il liquame di maiale.
Il terreno artificiale di Marte
ha ottenuto risultati migliori perfino della sabbia argentata, una sabbia
bianca e fine usata dai giardinieri. “L’effetto positivo dell’aggiunta di
letame non è stato inaspettato, ma siamo rimasti sorpresi dal fatto che il
terreno artificiale marziano avesse un rendimento superiore alla sabbia
argentata”. Il team di Wamelink ha aggiunto materia organica di precedenti
esperimenti a sabbia e letame in alcuni vasi campione e, dopo la germinazione,
posizionato dei lombrichi. “Abbiamo realizzato tutte le combinazioni possibili,
ad accezione della materia organica che è stata aggiunta in tutti i vasi”, ha
affermato Wamelink, i cui esperimenti sono fondamentali per determinare se su
Marte le persone potranno sopravvivere grazie alle coltivazioni. I lombrichi
sono necessari per ottenere un suolo sano non solo sulla Terra, ma anche nei
futuri orti su Marte o sulla Luna. Questi invertebrati svolgono i compiti
fondamentali di degradare i resti di piante, trasformandole in materia
organica, e di smuovere il suolo creando gallerie, rilasciando sostanze nutrienti
come azoto, fosforo e potassio. “Sembrano possibili, sul pianeta rosso, colture
come fagiolini, piselli, ravanelli, pomodori, patate, rucola, carota”.
Precedenti lavori dello stesso team avevano dimostrato che su questo suolo si
possono coltivare vegetali sicuri da mangiare, nonostante le alte percentuali
di metalli. “Dopo aver superato i test, abbiamo organizzato una cena con le
piante da noi coltivate, con le persone che hanno sostenuto la ricerca
attraverso la campagna di crowdfunding”, ha concluso Wamelink.
da:
https://www.blitzquotidiano.it/scienza-e-tecnologia/lombrichi-marte-scoperta-riprodursi-terreno-2795158/
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DI MARCO LA ROSA
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