SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA
(BIOLOGO)
La vita aliena? Potrebbe essere
basata sul silicio
Dopo la scoperta di Trappist-1,
la Nasa ha annunciato che l’oceano sotto la superficie ghiacciata di Encelado,
un satellite di Saturno, potrebbe ospitare forme di vita. Ma di che tipo?
Questa prima parte del 2017 è
stata caratterizzata da annunci eclatanti da parte della Nasa. A febbraio la
scoperta di Trappist-1, un sistema solare a circa 40 anni luce dalla Terra,
formato da sette pianeti. Tre di questi si troverebbero nella cosiddetta fascia
di abitabilità, una zona in cui è possibile teoricamente la presenza di acqua
in forma liquida necessaria allo sviluppo della vita così come la conosciamo. È
di aprile, invece, la notizia che su Encelado, un satellite di Saturno,
potrebbero esserci le condizioni e gli ingredienti adatti allo sviluppo della
vita. È inevitabile che queste scoperte abbiano puntato i riflettori sugli
astrobiologi, coloro che si occupano di cercare la vita al di fuori dei confini
della Terra. Ma come? Ne abbiamo parlato con Angela Ciaravella, ricercatrice
presso INAF-Osservatorio astronomico di Palermo.
Dott.ssa Ciavarella, perché
l’acqua è così importante nella ricerca di forme di vita extraterrestri?
“L’esistenza di acqua liquida è
un requisito per la presenza di vita come noi la conosciamo. I primi organismi
che si sono sviluppati sulla Terra l’hanno fatto nelle ‘pozze’. Questo perché
in quel periodo le condizioni sulla Terra erano abbastanza estreme. Si pensi ad
esempio a due aspetti fondamentali: la mancanza di un’atmosfera capace di
isolare e proteggere la Terra dalle componenti più nocive della radiazione
solare, e la mancanza di ossigeno, elemento fondamentale per la vita. Nei
bacini lo strato di acqua ha rivestito il duplice ruolo di agente schermante
delle radiazioni nocive e di ingrediente basilare, insieme all’argilla, nello
sviluppo della vita”.
Perché Encelado è un buon
candidato nella ricerca di forme di vita aliene?
“La Terra è l’unico pianeta del
Sistema solare che possiede oceani sulla sua superficie, una caratteristica su
cui è basata la definizione di zona di abitabilità che estendiamo ad altri
pianeti extrasolari. Encelado, ma anche Europa, satelliti rispettivamente di
Saturno e di Giove, tuttavia hanno oceani sotto la loro superficie; di
conseguenza questi due oggetti sono diventati buoni candidati per la ricerca
della vita al di fuori della Terra”.
Su Encelado, o altrove,
potrebbero esistere forme di vita che non si basino sul carbonio?
“La chimica degli esseri viventi
è la chimica del carbonio, che è il quarto elemento più abbondante
nell’Universo dopo l’idrogeno, l’elio e l’ossigeno. Speculando su altri
elementi diversi dal carbonio su cui si potrebbe basare la vita, il silicio è
l’elemento più comunemente citato. Benché sia circa cinque volte meno
abbondante del carbonio, come questo si organizza in catene di molecole grandi
abbastanza per svolgere processi biologici, ma è meno flessibile. Ad esempio si
lega con meno tipi di atomi e, rispetto al carbonio, ha maggiori limitazioni
sul tipo di strutture che può formare. Le sue molecole voluminose non si legano
facilmente in gruppi come avviene nella chimica organica (del carbonio).
Ciononostante il silicio è un elemento importante nelle strutture scheletriche
e protettive di molti esseri viventi basati su una chimica del carbonio. Il
silicio è poi un elemento fondamentale delle argille che, per il loro ruolo
nell’organizzare i composti di carbonio, si pensa siano uno degli ingredienti
fondamentali per l’origine della vita. Infine gli zuccheri del silicio sono
solubili a basse temperature in azoto liquido. Quindi, in principio, in
ambienti molto diversi da quelli terrestri il silicio potrebbe giocare un ruolo
di primo piano”.
Tornando al carbonio, nello
Spazio sono state trovate delle molecole organiche?
“Sì. Circa il 75% delle molecole
trovate nello Spazio sono di tipo organico; sono costituite da elementi
sintetizzati nelle stelle e dispersi nello Spazio, come la glicolaldeide, uno
zucchero molto semplice scoperto intorno al 2000. Nel 2008 è stato trovato
invece l’aminoacetonitrile, un precursore della glicina, che è un amminoacido
molto diffuso nelle proteine animali. E poi l’acetamide, la più grande molecola
osservata nello Spazio con un legame peptidico. Queste molecole molto complesse
sono di notevole interesse astrobiologico. Infatti ottenere indicazioni sulla
possibilità di sopravvivenza di materiale organico in ambienti diversi da
quello terrestre è importante anche per la comprensione degli effetti dello
Spazio sugli esseri umani e, in particolare, sugli astronauti”.
Articolo prodotto in
collaborazione con il Master SGP della Sapienza Università di Roma
da:
LA VITA ALIENA A BASE SILICIO E’
STATA AMPIAMENTE TRATTATA DAL DR. PATTERA DIVERSI ANNI FA:
https://marcolarosa.blogspot.it/2016/02/silicio-alieno-o-alieni-al-silicio.html
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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