‘Pianeta Nove’: un nuovo studio
sulla sua possibile esistenza
Da:
Un nuovo studio suggerisce che
l'ipotetico 'Pianeta Nove' potrebbe essere un grosso corpo celeste vagabondo
catturato in passato dal nostro sistema solare.
Fino a qualche anno fa,
l’esistenza di un grosso corpo celeste in orbita oltre Plutone veniva
derubricata come un’ipotesi fantasiosa o, peggio, degna del peggior
complottismo. (vedi a tal proposito le teorie di Zecharia Sitchin sul "Dodicesimo pianeta" ed anche il trattato "Mondi in Collisione" di Immanuel Velikovsky - ndr - MLR). Oggi, invece, sempre più studiosi sembrano interessati a
comprendere cosa sia a generare le anomalie gravitazionali registrate ai
confini del nostro sistema solare. Anche se l’esistenza di un tale corpo
celeste spiegherebbe alcune delle distorsioni gravitazionali, è difficile dare
una spiegazione della sua grande distanza dal Sole, almeno mille volte maggiore
di quella della Terra. Come ha fatto a finire così lontano? In uno studio di
recente pubblicazione, James Vesper, studente della New Mexico State
University, suggerisce che l’ipotetico pianeta possa essere un ex ‘pianeta
vagabondo’ catturato in un certo punto del passato dal nostro sistema solare. «È
molto plausibile che il Pianeta Nove possa essere una canaglia catturata», ha
detto Vesper nel corso di una conferenza stampa tenuta venerdì 6 gennaio, in
occasione della 229° riunione dell’American Astronomical Society. Vesper e il
suo mentore, Paul Mason, professore di matematica e fisica, hanno eseguito una
serie di algoritmi al computer, simulando 156 incontri tra il nostro sistema
solare e possibili pianeti vagabondi di varie dimensioni e traiettorie. I due
ricercatori dicono che tali incontri potrebbero non essere così rari nella vita
dell’Universo. Le simulazioni suggeriscono che, in circa il 60% degli incontri,
un pianeta vagabondo in entrata grande 10 volte la Terra verrebbe scagliato
fuori dal sistema solare portandosi via uno o due altri pianeti. Invece, nel
restante 40% dei casi, l’invasore verrebbe catturato, dalla gravità
aggiungendosi al gruppo dei pianeti nativi.
Gli studi precedenti:
Secondo alcuni studi precedenti,
l’ipotetico Pianeta Nove dovrebbe essere almeno 10 volte più massiccio della
Terra. Per fare un confronto, si consideri che la massa di Nettuno è circa 17
volte quella delle Terra.
Sebbene non sia stato ancora osservato, l’esistenza
del pianeta è stata seriamente proposta in uno studio pubblicato nel mese di
ottobre del 2014 dagli astronomi Scott Sheppard e Chadwick Trujillo. Sheppard e
Trujillo avevano rilevato l’influenza gravitazionale sul gruppo dei 13 oggetti
più distanti della Fascia di Kuiper, tra cui il pianeta nano Sedna e l’oggetto
transnettuniano 2012 VP113, da parte di un gigante ‘disturbatore’ ai confini
del sistema solare. Nel gennaio del 2016, un’altra coppia di scienziati,
Konstantin Batygin e Mike Brown del California Institute of Technology di
Pasadena, hanno pubblicato uno studio
nel quale si mostrano i calcoli orbitali che supporterebbero l’esistenza
di un nono pianeta con massa pari a 10 volte quella terrestre e alla metà di
quella di Nettuno, che completa un’orbita ellittica attorno al Sole ogni
10.000-20.000 anni.
Quasi impossibile da osservare con un telescopio data la
grande distanza, i due studiosi ci hanno provato a lungo e inutilmente con il
telescopio hawaiano Subaru, ma la sua esistenza può però essere dedotta dalle
interazioni gravitazionali con diversi oggetti della Fascia di Kuiper. I due
scienziati hanno anche aperto un blog, findplanetnine, in cui documentano passo
per passo le ricerche del misterioso corpo celeste. Nel marzo del 2016, un
gruppo di ricercatori francesi ha pubblicato uno studio nel quale vengono
attribuite al ‘Pianeta Nove’ le lievi perturbazioni registrate nell’orbita
della sonda Cassini della Nasa. Tuttavia, la Nasa ha smentito in maniera
categorica tale possibilità, comunicando che non c’è nessuna anomalia
nell’orbita di cassini. Nello stesso periodo, un gruppo di scienziati
dell’università di Berna (Svizzera) ha usato i dati finora disponibili sul
Pianeta Nove per cercare di ipotizzarne la struttura, la luminosità, le
dimensioni e la temperatura. Le prime conclusioni descrivono una sorta di
‘Urano in miniatura’ circa 10 volte più massiccio della Terra, con un nucleo
solido di ferro circondato da ghiaccio e da un denso strato di gas, e una
temperatura atmosferica superficiale di -226 gradi °C.
Non possiamo ancora essere certi
della sua presenza, ma le evidenze teoriche dell’esistenza di un nuovo,
sconosciuto pianeta ai margini del Sistema Solare si fanno sempre più
stringenti.
FONTI:
SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:
LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
Nessun commento:
Posta un commento