giovedì 2 febbraio 2017

IL PIANETA "NOVE" E LE "SCOMODE" TEORIE DI VELIKOVSKY - SITCHIN


‘Pianeta Nove’: un nuovo studio sulla sua possibile esistenza

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Un nuovo studio suggerisce che l'ipotetico 'Pianeta Nove' potrebbe essere un grosso corpo celeste vagabondo catturato in passato dal nostro sistema solare.

Fino a qualche anno fa, l’esistenza di un grosso corpo celeste in orbita oltre Plutone veniva derubricata come un’ipotesi fantasiosa o, peggio, degna del peggior complottismo. (vedi a tal proposito le teorie di Zecharia Sitchin sul "Dodicesimo pianeta" ed anche il trattato "Mondi in Collisione" di Immanuel Velikovsky - ndr - MLR). Oggi, invece, sempre più studiosi sembrano interessati a comprendere cosa sia a generare le anomalie gravitazionali registrate ai confini del nostro sistema solare. Anche se l’esistenza di un tale corpo celeste spiegherebbe alcune delle distorsioni gravitazionali, è difficile dare una spiegazione della sua grande distanza dal Sole, almeno mille volte maggiore di quella della Terra. Come ha fatto a finire così lontano? In uno studio di recente pubblicazione, James Vesper, studente della New Mexico State University, suggerisce che l’ipotetico pianeta possa essere un ex ‘pianeta vagabondo’ catturato in un certo punto del passato dal nostro sistema solare. «È molto plausibile che il Pianeta Nove possa essere una canaglia catturata», ha detto Vesper nel corso di una conferenza stampa tenuta venerdì 6 gennaio, in occasione della 229° riunione dell’American Astronomical Society. Vesper e il suo mentore, Paul Mason, professore di matematica e fisica, hanno eseguito una serie di algoritmi al computer, simulando 156 incontri tra il nostro sistema solare e possibili pianeti vagabondi di varie dimensioni e traiettorie. I due ricercatori dicono che tali incontri potrebbero non essere così rari nella vita dell’Universo. Le simulazioni suggeriscono che, in circa il 60% degli incontri, un pianeta vagabondo in entrata grande 10 volte la Terra verrebbe scagliato fuori dal sistema solare portandosi via uno o due altri pianeti. Invece, nel restante 40% dei casi, l’invasore verrebbe catturato, dalla gravità aggiungendosi al gruppo dei pianeti nativi.

Gli studi precedenti:

Secondo alcuni studi precedenti, l’ipotetico Pianeta Nove dovrebbe essere almeno 10 volte più massiccio della Terra. Per fare un confronto, si consideri che la massa di Nettuno è circa 17 volte quella delle Terra. 


Sebbene non sia stato ancora osservato, l’esistenza del pianeta è stata seriamente proposta in uno studio pubblicato nel mese di ottobre del 2014 dagli astronomi Scott Sheppard e Chadwick Trujillo. Sheppard e Trujillo avevano rilevato l’influenza gravitazionale sul gruppo dei 13 oggetti più distanti della Fascia di Kuiper, tra cui il pianeta nano Sedna e l’oggetto transnettuniano 2012 VP113, da parte di un gigante ‘disturbatore’ ai confini del sistema solare. Nel gennaio del 2016, un’altra coppia di scienziati, Konstantin Batygin e Mike Brown del California Institute of Technology di Pasadena, hanno pubblicato uno studio  nel quale si mostrano i calcoli orbitali che supporterebbero l’esistenza di un nono pianeta con massa pari a 10 volte quella terrestre e alla metà di quella di Nettuno, che completa un’orbita ellittica attorno al Sole ogni 10.000-20.000 anni. 


Quasi impossibile da osservare con un telescopio data la grande distanza, i due studiosi ci hanno provato a lungo e inutilmente con il telescopio hawaiano Subaru, ma la sua esistenza può però essere dedotta dalle interazioni gravitazionali con diversi oggetti della Fascia di Kuiper. I due scienziati hanno anche aperto un blog, findplanetnine, in cui documentano passo per passo le ricerche del misterioso corpo celeste. Nel marzo del 2016, un gruppo di ricercatori francesi ha pubblicato uno studio nel quale vengono attribuite al ‘Pianeta Nove’ le lievi perturbazioni registrate nell’orbita della sonda Cassini della Nasa. Tuttavia, la Nasa ha smentito in maniera categorica tale possibilità, comunicando che non c’è nessuna anomalia nell’orbita di cassini. Nello stesso periodo, un gruppo di scienziati dell’università di Berna (Svizzera) ha usato i dati finora disponibili sul Pianeta Nove per cercare di ipotizzarne la struttura, la luminosità, le dimensioni e la temperatura. Le prime conclusioni descrivono una sorta di ‘Urano in miniatura’ circa 10 volte più massiccio della Terra, con un nucleo solido di ferro circondato da ghiaccio e da un denso strato di gas, e una temperatura atmosferica superficiale di -226 gradi °C.

Non possiamo ancora essere certi della sua presenza, ma le evidenze teoriche dell’esistenza di un nuovo, sconosciuto pianeta ai margini del Sistema Solare si fanno sempre più stringenti.

FONTI:


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