Nasa, la Terra ha sette
"sorelle": scoperto un nuovo sistema planetario
E' a 40 anni luce da noi. Il
cuore è la stella nana rossa Trappist-1, i pianeti hanno temperatura tra 0 e
100 gradi e quindi c'è la possibilità di acqua allo stato liquido, che li rende
di grandissimo interesse per la ricerca di vita nell'Universo
Immaginate un lontano
"cugino" del nostro Sistema Solare, popolato da pianeti grandi più o
meno come la nostra Terra. Alcuni di questi mondi alieni potrebbero persino
ospitare forme di vita, magari così evolute da viaggiare da un pianeta
all'altro a bordo di sofisticate navette spaziali. Un'ambientazione che sembra
essere uscita dalla penna di Isaac Asimov o di un altro autore di fantascienza.
Ma ancora una volta la realtà supera la fantasia, e rende reali anche gli
scenari più futuristici. Perché, alieni e navicelle a parte, questo sistema
planetario esiste davvero, e si trova a meno di 40 anni luce da noi.
Trappist-1, una stella nana rossa nella costellazione dell'Acquario, ha infatti
un corteo di ben sette pianeti simili alla Terra. Un risultato attesissimo da
giorni dopo l'annuncio della Nasa di una
imminente conferenza stampa sui pianeti extrasolari. Il punto forse più
importante della scoperta è che tre di queste "sette sorelle" della
Terra si trovano nella cosiddetta fascia di abitabilità, e potrebbero quindi
ospitare acqua allo stato liquido, ingrediente fondamentale per lo sviluppo
della vita. Un sistema planetario da record, perché allo stesso tempo ospita il
maggior numero di pianeti come la Terra e il maggior numero di pianeti nella
zona abitabile. Il risultato, ottenuto da un team internazionale e pubblicato
online su Nature, apre così scenari completamente nuovi nella ricerca degli
esopianeti e della vita nell'Universo.
Una stella molto cool. Quando si
parla di stelle e pianeti, i media anglosassoni giocano spesso sull'aggettivo
cool, che vuol dire "freddo" e allo stesso tempo
"fantastico", o persino "figo". Ed è proprio così per la
stella Trappist-1, una stella davvero cool perché ospita un sistema planetario
così spettacolare ed è allo stesso tempo freddissima. Stiamo sempre parlando in
termini astronomici, e per "fredda" intendiamo una temperatura
superficiale di circa 2400 °C, meno della metà di quella del Sole. Il curioso
nome di questa stella deriva dal TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small
Telescope south (Trappist-south), un telescopio da 60 centimetri di apertura
installato all'Osservatorio di La Silla sulle Ande e gestito dall'Università di
Liegi. Il telescopio, insieme a un suo gemello installato nell'emisfero nord,
sono appositamente progettati per monitorare un campione di stelle nane, allo
scopo di scoprire nuovi pianeti extrasolari. L'idea è infatti catturare le
deboli variazioni di luminosità causate dal transito di un esopianeta di fronte
alla stella, un metodo utilizzato da vari strumenti come il telescopio spaziale
"Kepler" della Nasa. Nel maggio dello scorso anno il team di
astronomi, guidati da Michaël Gillon dell'Università di Liegi, aveva pubblicato
la scoperta di tre pianeti intorno a Trappist-1. Il risultato delle analisi
aveva però spinto Gillon e colleghi a sospettare la presenza di altri pianeti,
e per questo il team aveva deciso di condurre nuove osservazioni, sfruttando
anche il telescopio spaziale infrarosso "Spitzer". Analizzando i
dati, gli astronomi hanno potuto identificare quattro nuovi pianeti, portando
questo sistema planetario a sette membri, denominati Trappist-1 b,c,d,e,f,g, h
in ordine crescente di distanza dalla stella. "E' un sistema planetario
sorprendente", commenta Gillon, "non solo perché abbiamo trovato così
tanti pianeti, ma perché sono sorprendentemente simili alla Terra". Le
stime di densità hanno mostrato che i pianeti più interni dovrebbero essere
rocciosi, proprio come i pianeti interni del Sistema Solare. Le orbite di
questi pianeti non sono molto diverse da quelle dei satelliti medicei di Giove,
e sono molto più piccole dell'orbita di Mercurio. Ma nonostante siano così
"impacchettati" intorno alla stella, questi pianeti non sono soggetti
a temperature infernali. Trappist-1 ha infatti una massa inferiore a un decimo
di quella solare, ed è quindi molto fredda e poco luminosa. Numeri alla mano,
questo significa che la temperatura su questi pianeti potrebbe potenzialmente
consentire la presenza di acqua liquida, e sfruttando opportuni modelli
climatici è possibile farsi un'idea più precisa di quali pianeti abbiano le
condizioni ambientali più favorevoli. In particolare i dati suggeriscono che i
tre pianeti Trappist-1 e, f, g potrebbero trovarsi nella cosiddetta fascia di
abitabilità: sarebbero cioè a una distanza sufficiente a permettere la presenza
di acqua liquida sulla superficie. Quelli più interni sarebbero infatti troppo
caldi, mentre quello più lontano, TRAPPIST-1h potrebbe essere troppo distante e
quindi avere una superficie ghiacciata. L'acqua liquida è uno degli ingredienti
fondamentali per lo sviluppo della vita come la conosciamo, quindi i pianeti
nella fascia di abitabilità sono i candidati migliori per andare a caccia di
forme di vita aliene. E' importante però ricordare che la presenza di acqua
allo stato liquido in questi casi è solamente un'ipotesi che si basa su modelli
climatici e sulla distanza dei pianeti dalla stella. Per Trappist-1 non è stata
rivelata in modo diretto la presenza di acqua, né tantomeno sono state scattate
immagini della superficie di questi pianeti, che sono ovviamente troppo
distanti per i telescopi attuali. Il passo successivo sarà quindi studiare, con
telescopi di nuova generazione, le atmosfere di questi pianeti, per
identificare le "firme" chimiche di organismi viventi, come ricorda
il coautore Emmanuël Jehin: "Con la prossima generazione di telescopi,
come l'European Extremely Large Telescope dell'Eso e il James Webb Telescope di
Nasa/Esa/Csa potremo presto esser capaci di cercare l'acqua e persino
l'evidenza di vita su questi pianeti".
COMMENTO
:
In realtà
questi scenari erano già stati aperti da diversi anni, semmai sono solamente la
prova del cosiddetto “principio di mediocrità”. In astronomia e filosofia della
scienza, il principio di mediocrità afferma che non c'è nulla di speciale,
su scala cosmologica, nella Terra e nell'Umanità. Esso è
un'estensione del principio copernicano e può essere generalizzato nel
concetto di "non particolarità" di qualsiasi evento: qualunque
fenomeno osservato può verificarsi o essersi verificato molte altre volte
nell'universo. QUINDI E’ LOGICO CERCARE MOLTE ALTRE TERRE COME LA NOSTRA …. Le
stime attuali indicano che esistono almeno 500 milioni di pianeti all'interno
della zona abitabile in tutta la Via Lattea.
PER CHI
FOSSE INTERESSATO IL PROSSIMO 5 MARZO, ALL’INTERNO DEL PRIMO CONVEGNO UFOLOGICO PARMENSE, SVOLGERO’ IL MIO
INTERVENTO PROPRIO SU QUESTI SPECIFICI ARGOMENTI.
MLR
PER APPROFONDIMENTI:
SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:
LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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