CON INSERIMENTI E PRECISAZIONI DI
MARCO LA ROSA
KIC 8462852 è una stella di
sequenza principale di classe F situata nella costellazione del Cigno distante
circa 454 parsec (1 480 anni luce) dalla Terra.
I RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ
DELLA LOUSIANA: «L’OCCULTAMENTO DELLA LUCE IN ARRIVO DA QUELLA STELLA E’ ANCORA
SENZA SPIEGAZIONE»
I nuovi dati su una stella
lontanissima da noi continuano a rendere inspiegabile il suo comportamento:
salvo non abbia una gigantesca struttura cattura luce intorno.
Da qualche mese diversi astronomi
sono alle prese con lo strano comportamento di KIC 8462852, una stella che si
trova a 1.500 anni luce di distanza da noi e la cui brillantezza oscilla di
continuo e in modi mai visti, tali da avere fatto ipotizzare ad alcuni
ricercatori (con grandissima cautela) che la causa sia un’attività aliena di
qualche tipo. Una nuova serie di dati sulla storia di questa stella ha aggiunto
qualche altra stranezza. KIC 8462852 è stata osservata nell’ambito delle
attività di Kepler, la missione della NASA per la ricerca di pianeti
all’esterno del nostro Sistema solare. Uno dei modi per identificarli,
indirettamente, consiste nell’osservare le stelle e valutare la loro temporanea
riduzione di luminosità, che di solito si verifica periodicamente quando un
pianeta orbita intorno oscurandole in parte (dal nostro punto di vista). KIC
8462852 non fa eccezione, ma a differenza degli altri casi la riduzione della
sua luminosità non è periodica e lo stesso calo temporaneo è ogni volta
differente. La riduzione è inoltre molto marcata e non può essere spiegata con
il semplice passaggio di un pianeta dalle grandi dimensioni tipo Giove, o come
si è ipotizzato a un certo punto da uno sciame piuttosto denso di comete che
orbitano intorno alla stella. In estrema sintesi: sappiamo che la stella ha
oscillazioni anomale e marcate nella sua luminosità, ma non riusciamo a capirne
la causa. Negli ultimi mesi gli astronomi hanno escluso diverse ipotesi circa
il comportamento della stella, formulandone anche di affascinanti e difficili
da verificare, come la possibilità che le oscillazioni nella luminosità siano
dovute ad attività aliene di qualche tipo. Decenni fa il fisico Freeman Dyson
formulò un’ipotesi molto curiosa: che cosa accadrebbe se costruissimo migliaia
di pannelli solari giganti, larghi chilometri, e li mettessimo in orbita
intorno a una stella? Potrebbero catturare l’energia solare in modo molto più
efficiente degli attuali sistemi, fornendo molta più energia:
“Nel suo articolo Search for Artificial Stellar Sources of Infrared
Radiation ("Ricerca di sorgenti stellari artificiali di radiazione
infrarossa"), pubblicato nel 1959 sulla rivista Science, Dyson teorizzò
che delle società tecnologicamente avanzate avrebbero potuto circondare
completamente la propria stella natia per poter massimizzare la cattura di
energia proveniente dall'astro. Rinchiusa così la stella, sarebbe possibile
intercettare tutte le lunghezze d'onda del visibile per inviarle verso
l'interno, mentre tutta la radiazione non utilizzata verrebbe mandata
all'esterno sotto forma di radiazione infrarossa. Da ciò consegue che un
possibile metodo per cercare civiltà extraterrestri potrebbe essere proprio la
ricerca di grandi fonti di emissione infrarossa nello spettro elettromagnetico”.
La “scala Kardasev”:
“La scala di Kardašëv è un metodo di classificazione delle civiltà in
funzione del loro livello tecnologico, proposta nel 1964 dall'astronomo russo
Nikolaj Kardašëv. Si compone di tre tipi, basati sulla quantità di energia di
cui le civiltà dispongono, secondo una progressione esponenziale. L'esistenza
delle civilizzazioni descritte è del tutto ipotetica, ma questa scala è stata
utilizzata come base di partenza nella ricerca del progetto SETI ed è inoltre
richiamata in varie opere di fantascienza.
Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta
l'energia disponibile sul suo pianeta d'origine (secondo i calcoli che Kardašëv
aveva proposto inizialmente 4x1012 watt).
Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta
l'energia della stella del proprio sistema solare (4x1026 watt).
Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta
l'energia della propria galassia (4x1037 watt)
La civiltà umana sarebbe pertanto una civiltà ancora di "Tipo
0", in quanto utilizzerebbe solo una frazione dell'energia totale
disponibile sulla Terra. Carl Sagan ha definito un metodo per calcolare, a
partire dai tipi iniziali, anche i decimali, per mezzo della seguente formula:
K = \frac{\log_{10}{W}-6} {10} nella quale K rappresenta il livello di civiltà
della scala e W i watt utilizzati. Secondo questo metodo la civiltà umana
sarebbe ad un livello di 0,7. Secondo Kardašëv la Terra nel 1964 avrebbe potuto
percepire la presenza di una civiltà di tipo III sotto forma di emanazioni di
onde radio o di fasci laser. Nel 1965 ritenne di aver intercettato uno di
questi segnali nella radiogalassia CTA 102 e la notizia venne pubblicata con
grande risalto dall'agenzia Tass, ma in seguito apprese che pochi giorni prima
un astronomo olandese, Maarten Schmidt aveva identificato il segnale come
l'emissione di un quasar. In seguito Iosif Šklovskij, principale collaboratore
di Kardašëv, giunse alla conclusione che una civiltà di tipo III non potrebbe
che autoestinguersi, secondo il concetto della singolarità tecnologica.” (Rif. Wikipedia e Cap. I Par. Coefficiente
di civiltà pag. 22-24 de L’Uomo Kosmico di Marco La Rosa – Ed. OmPhi Labs.
2014).
Una civiltà avanzata potrebbe
costruire milioni, forse miliardi, di pannelli intorno alla stella, che quindi
si ritroverebbe in parte oscurata dalla megastruttura (Sfera di Dyson) per la
raccolta dell’energia solare. L’ipotesi è che a 1.500 anni luce da noi stia
accadendo, o sia accaduto, qualcosa di simile (la distanza implica che,
osservando la stella oggi, vediamo ciò che le accadde 1.500 anni fa, il tempo
che la luce ha impiegato per arrivare qui.) Come scrive l’astronomo e
divulgatore Phil Plait su Slate, negli ultimi giorni una nuova serie di dati
raccolti da Bradley Schaefer della Louisiana State University fornisce qualche
elemento in più a riprova dello strano comportamento di KIC 8462852. Schaefer
ha messo insieme tutte le osservazioni disponibili della stella dal 1890 al
1989, ricostruendo i suoi livelli di luminosità nel corso del tempo. La serie
di dati rivela qualcosa di sorprendente: tra le prime e le ultime misurazioni,
lungo quasi un secolo, la luminosità complessiva della stella è diminuita del
20 per cento.
Luminosità:
Si tratta di qualcosa di anomalo,
considerato che KIC 8462852 è una stella di classe F V: più calda, massiva e
grande del nostro Sole, ma tutto sommato placida e con un’evoluzione che richiede
milioni di anni per compiersi, non certo secoli. Due stelle simili, valutate da
Schaefer, nello stesso periodo sono rimaste sostanzialmente invariate, cosa che
conferma che KIC 8462852 ha un comportamento diverso. I dati raccolti da
Schaefer mostrano inoltre che la riduzione della luminosità non è costante: ci
sono stati periodi nella storia in cui è diminuita pochissimo, altri in cui è
tornata più intensa. KIC 8462852 cambia di continuo su scale temporali molto
diverse, quindi: ore, giorni, settimane, decenni e secoli. Plait spiega che una
cosa simile non era mai stata osservata e che pone grandi interrogativi cui è
difficile dare risposta. È comunque improbabile che la causa delle oscillazioni
nella luminosità siano attività aliene, ma per quanto ne sappiamo ora non
possiamo escluderlo categoricamente e in maniera definitiva. I nuovi dati
forniti da Schaefer rafforzano l’ipotesi, per quanto fantasiosa, di una Sfera
di Dyson costruita intorno a KIC 8462852: man mano che vengono aggiunti pannelli
solari in un’orbita intorno alla stella, la struttura ne oscura porzioni sempre
più grandi così che a un osservatore molto lontano (noi) diventino evidenti le
oscillazioni di luminosità. Assumendo per un momento che davvero ci sia
l’attività degli alieni di mezzo, ci sono comunque alcune cose che non tornano.
Negli anni Dieci del Novecento, per esempio, la stella perse molta della sua
luminosità apparente per poi riguadagnarla qualche anno dopo: in quel periodo
che cosa accadde all’ eventuale Sfera di Dyson in costruzione? Il cambiamento
così netto nella luminosità della stella, inoltre, potrebbe essere solo causato
da una struttura gigantesca, considerato che KIC 8462852 di suo ha un diametro
che è 1,6 volte quello del Sole. Per bloccare il 20 per cento della sua luce
emessa, gli alieni avrebbero dovuto costruire una porzione della Sfera con una
superficie pari a 750 miliardi di chilometri quadrati, 1.500 volte l’area della
Terra, calcola Plait. E questo se la sfera fosse molto vicina alla stella; nel
caso in cui si trovasse in un’orbita più distante la sua area dovrebbe essere
ancora più grande.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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