Le esalazioni scoperte da
Curiosity potrebbero essere prodotte da un'attività geologica non prevista o
persino da microrganismi. Il team di scienziati che segue Curiosity ha
annunciato in un articolo pubblicato da Science che il rover della NASA ha
rilevato una forte variabilità nella concentrazione di metano presente
nell'atmosfera di Marte. Sulla Terra gran parte di questo gas è prodotto da
microrganismi durante la digestione, quindi le esalazioni potrebbero essere un
segnale della presenza di vita sul pianeta rosso: ma gli scienziati ci tengono
a interpretare i dati con la massima cautela, affermando che il metano potrebbe
anche avere origine geologica.
"È un risultato che lascia molto, molto perplessi", dice Joel
Levine, un planetologo che non fa parte del team di Curiosity. "O Marte ha un'attività geologica, il che
sarebbe sorprendente, oppure ospita forme di vita, il che avrebbe implicazioni
ancora più profonde". Le oscillazioni del tasso di metano
nell'atmosfera di Marte incuriosiscono da decenni gli scienziati a caccia di
vita sul pianeta rosso: così, quando nel novembre 2013 Curiosity ha rilevato un
improvviso aumento di ben dieci volte, il team di Curiosity è entrato subito in
agitazione. Durante le sue esplorazioni, il rover ha registrato quattro episodi
di netto aumento delle concentrazioni di metano nell'aria del pianeta. I valori
restavano alti solo per qualche settimana ed erano concentrati in un breve
segmento - circa 800 metri - del tracciato seguito dal rover. Il dato, sostiene
Sushil Atreya, uno degli studiosi del team, fa pensare che il metano venga da
una sola fonte di emissioni, probabilmente situata a nord del punto in cui si
trova Curiosity, nel cratere Gale.
Gli scienziati avvertono che, oltre che
dall'attività biologica, il metano può essere prodotto anche dall'interazione
tra acqua e rocce o dagli effetti della luce solare su eventuali resti di
meteorite caduti sulla superficie marziana. Ma l'ipotesi che sia originato da
microbi non è affatto escluso. "Dai
dati non siamo in grado di dire se sia di origine biologica o geologica",
riassume Atreya.
I dati sono sorprendenti in ogni
caso. Da stime precedenti, si pensava che il metano prodotto dall'impatto di
meteoriti o comunque prodotto sulla superficie di Marte restasse nell'atmosfera
per 300 anni. Quello rilevato da Curiosity, invece, spariva nel giro di qualche
settimana. Inoltre, il tasso di metano "di fondo" presente comunque
nella sottile aria marziana era la metà di quello previsto in base alle
misurazioni effettuate in passato da telescopi e sonde orbitanti.
C'è vita (o c'era) su Marte?
Altri scienziati non condividono
la cautela del team e si dicono più ottimisti sulla possibilità di trovare
forme di vita su Marte. Vladimir Krasnopolsky, della Catholic University of
America di Washington, fa notare che sul pianeta rosso l'attività vulcanica è
assente da milioni di anni, quindi "la fonte più plausibile del metano
marziani sono batteri metanogenici". Anche Levin scommetterebbe, seppur
con moderazione, sull'esistenza dei microrganismi. Ma Atreya smorza gli
entusiasmi eccessivi avvertendo che gli eventuali batteri metanogenici
potrebbero anche non essere vivi in questo momento. Il gas potrebbe essere
stato prodotto in passato - da attività biologica o geologica - e poi essere
rimasto intrappolato sotto la superficie "anche per miliardi di anni"
sotto forma di composti congelati, i clatrati, per poi ricomparire lentamente
nell'atmosfera a causa dell'erosione.
Il viaggio continua
Da quando, nel 2012, fu
depositato sulla superficie di Marte, Curiosity sta esplorando il cratere Gale,
del diametro di 155 chilometri, per scoprire le tracce chimiche della presenza
di vita - passata o presente - sul pianeta. Oltre ai picchi di metano, gli
scienziati del team hanno trovato tracce di composti organici semplici -
"mattoni" di molecole biologiche più complesse - in un campione di
roccia argillosa prelevato dal rover. Gli studiosi aggiungono che Curiosity è
attualmente in ottima salute e continuerà a scalare il monte Sharp - un'altura
erosa al centro del cratere - per un periodo da uno a tre anni, cercando altre
tracce organiche negli strati di roccia. Con un po' di fortuna, un'esalazione
di metano abbastanza significativa potrebbero permettere agli strumenti del
rover di stabilire se gli atomi di carbonio presenti nel gas recano una
"firma chimica" simile a quella che si ritrova nei composti di
origine biologica analizzati sulla Terra. Ma John Grotzinger, responsabile
delle attività scientifiche del team, è ancora una volta cauto: date le
difficoltà di effettuare misure scientifiche precise, avverte, con ogni
probabilità le ricerche di Curiosity daranno sempre risultati ambigui. "Dovremo rispettare la possibilità che ci
siano forme di vita", conclude lo scienziato, "e continuare a esplorare".
SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:
LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA
Nessun commento:
Posta un commento