Di:
Marco La Rosa
QUESTA
NOTIZIA E’ MOLTO POSITIVA, E LA
COMMENTEREI CON CUORE SERENO, SE NON FOSSE PER IL FATTO CHE PORTA CON SE' UN INQUIETANTE “SEGNALE”, CHE A MEMORIA EVOCA TEMPI MOLTO MOLTO LONTANI, CHE
NESSUNO SI ASPETTAVA DI POTER RIVIVERE.
MENO
MALE, CHE QUALCUNO INVECE DI PARLARE E BASTA, SI RIMBOCCA LE MANICHE E
CONCRETAMENTE SI ADOPERA PER AIUTARE CHI HA BISOGNO.
SERPEGGIA TRA DI NOI, UNA MALCELATA PAURA DELLA
MISERIA CHE “BUSSA” ALLA PORTA APPENA DOPO LA TUA E CHE TI TALLONA DA VICINO. MA INVECE DI APRIRE GLI OCCHI E GUARDARLA IN FACCIA AFFRONTANDOLA, CI VOLTIAMO DALL’ALTRA PARTE, ANNEGANDO SGUARDO E PENSIERO NELLE ILLUSIONI CIBERNETICHE
DI QUESTO SECOLO, TANTO DOMANI E’ UN ALTRO GIORNO… E SI VEDRA’.
IMMOBILI
ED INSENSIBILI GALLEGGIAMO COME MEDUSE, SULLE ONDE DI UN MONDO VUOTO CHE SUBISCE IL
SUO DESTINO. ABBIAMO PERSO IL RICORDO DI
QUANDO, COME IL CAPITANO ACHAB INSEGUIVAMO LA BALENA, CAVALCANDO LE ONDE IMPETUOSE…AFFRONTANDO E COSTRUENDO SENZA PAURA…IL NOSTRO DESTINO.
BUONA PASQUA A TUTTI, CON LA SPERANZA CHE NELL'UOVO OGNUNO POSSA TROVARE QUELLO CHE CERCA...
"Pagare la
spesa non con il denaro ma con il lavoro. A Modena si può"
di
Deborah Dirani
La miseria,
quella vera, si legge nel frigorifero vuoto delle famiglie che non possono più entrare in un supermercato. Portafogli vuoto, tavola
sgombra: secondo i dati di Confcommercio dal 2006 al 2011 si sono creati 615
nuovi poveri al giorno. Poveri veri, di quelli che non solo non arrivano alla
fine del mese, ma che il mese non hanno nemmeno di che iniziarlo: licenziati,
disoccupati, cassintegrati, mamme single e padri separati, anziani soli con una
pensione minima talmente minimale da bastare appena per l'affitto e, forse, una
bolletta.
Per loro,
a Modena, è stato pensato un supermercato
dove la spesa non si paga in denaro, ma con il lavoro. Si chiama Portobello
aprirà i battenti il prossimo maggio
grazie alla collaborazione di diverse associazioni di volontariato. L'idea è semplice e si fonda sul principio del baratto di beni in
cambio di servizi: in base all'età delle persone che vanno a
fare la spesa si è pensato a un compito
specifico al quale possono assolvere. Così a chi ha tra i 18 e i 25 anni
si chiede di essere un anello di raccordo con le scuole per specifici progetti,
a chi ne ha fino a 70 si domanda invece di fare volontariato nel front office
di qualche associazione.
Tre ore
la settimana, non di più: in cambio si riempie il
carrello della spesa e, cosa non da poco, si evita l'umiliazione della carità. Umiliazione cocente per chi ha perso un lavoro ed era da
sempre abituato ad alzarsi al mattino e andarsi a guadagnare il pane. Certo non
sarà la stessa cosa, ma è già qualcosa.
Per chi,
fortunatamente, non si trova a dover ricorrere a Portobello per mettere un
pasto in tavola c'è infine l'opportunità di donare un aiuto concreto: da una semplice spesa ad
un'intera fornitura di prodotti (quest'ultima possibilità è ovviamente riservata alle
aziende).
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