sabato 30 marzo 2013

PAGARE LA SPESA CON IL LAVORO



Di: Marco La Rosa

QUESTA NOTIZIA E MOLTO POSITIVA, E LA COMMENTEREI CON CUORE SERENO, SE NON FOSSE PER IL FATTO CHE PORTA CON SE' UN INQUIETANTE SEGNALE, CHE A MEMORIA EVOCA TEMPI MOLTO MOLTO LONTANI, CHE NESSUNO SI ASPETTAVA DI POTER RIVIVERE.
MENO MALE, CHE QUALCUNO INVECE DI PARLARE E BASTA, SI RIMBOCCA LE MANICHE E CONCRETAMENTE SI ADOPERA PER AIUTARE CHI HA BISOGNO.

SERPEGGIA TRA DI NOI,  UNA MALCELATA PAURA DELLA MISERIA CHE BUSSA ALLA PORTA APPENA DOPO LA TUA E CHE TI TALLONA DA VICINO.  MA INVECE DI APRIRE GLI OCCHI E GUARDARLA IN FACCIA AFFRONTANDOLA, CI VOLTIAMO DALLALTRA PARTE, ANNEGANDO SGUARDO E PENSIERO NELLE ILLUSIONI CIBERNETICHE DI QUESTO SECOLO, TANTO DOMANI E UN ALTRO GIORNO E SI VEDRA.

IMMOBILI ED INSENSIBILI GALLEGGIAMO COME MEDUSE,  SULLE ONDE DI UN MONDO VUOTO CHE SUBISCE IL SUO DESTINO.  ABBIAMO PERSO IL RICORDO DI QUANDO, COME IL CAPITANO  ACHAB INSEGUIVAMO LA BALENA, CAVALCANDO LE ONDE IMPETUOSEAFFRONTANDO E COSTRUENDO SENZA PAURAIL NOSTRO DESTINO.   

BUONA PASQUA A TUTTI, CON LA SPERANZA CHE NELL'UOVO OGNUNO POSSA TROVARE QUELLO CHE CERCA...

"Pagare la spesa non con il denaro ma con il lavoro. A Modena si può"

di Deborah Dirani

La miseria, quella vera, si legge nel frigorifero vuoto delle famiglie che non possono più entrare in un supermercato. Portafogli vuoto, tavola sgombra: secondo i dati di Confcommercio dal 2006 al 2011 si sono creati 615 nuovi poveri al giorno. Poveri veri, di quelli che non solo non arrivano alla fine del mese, ma che il mese non hanno nemmeno di che iniziarlo: licenziati, disoccupati, cassintegrati, mamme single e padri separati, anziani soli con una pensione minima talmente minimale da bastare appena per l'affitto e, forse, una bolletta.

Per loro, a Modena, è stato pensato un supermercato dove la spesa non si paga in denaro, ma con il lavoro. Si chiama Portobello aprirà i battenti il prossimo maggio grazie alla collaborazione di diverse associazioni di volontariato. L'idea è semplice e si fonda sul principio del baratto di beni in cambio di servizi: in base all'età delle persone che vanno a fare la spesa si è pensato a un compito specifico al quale possono assolvere. Così a chi ha tra i 18 e i 25 anni si chiede di essere un anello di raccordo con le scuole per specifici progetti, a chi ne ha fino a 70 si domanda invece di fare volontariato nel front office di qualche associazione.

Tre ore la settimana, non di più: in cambio si riempie il carrello della spesa e, cosa non da poco, si evita l'umiliazione della carità. Umiliazione cocente per chi ha perso un lavoro ed era da sempre abituato ad alzarsi al mattino e andarsi a guadagnare il pane. Certo non sarà la stessa cosa, ma è già qualcosa.

Per chi, fortunatamente, non si trova a dover ricorrere a Portobello per mettere un pasto in tavola c'è infine l'opportunità di donare un aiuto concreto: da una semplice spesa ad un'intera fornitura di prodotti (quest'ultima possibilità è ovviamente riservata alle aziende).

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