Questo post, conferma quello pubblicato il 30 luglio scorso, riguardo il disgelo della Groenlandia.
Proprio come abbiamo scritto in : "la verità è figlia del tempo" (5 Nov. 2012), il tempo ha fatto il suo corso, e la prestigiosa rivista "Science" ha pubblicato uno studio sul clima che ha confermato in pieno il fenomeno del "disgelo", addirittura rafforzandolo.
La questione è decisamente più grave del previsto.
National Geographic ci aiuta a comprenderlo meglio.
MLR
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Buona lettura
di Christine Dell'Amore
E' CONFERMATO: SI STANNO SCIOGLIENDO LE CALOTTE POLARI E SI ALZERA' IL LIVELLO DEI MARI.
Lo scioglimento dei ghiacci contribuisce all'innalzamento del livello dei mari, che sta avvenendo molto più velocemente di quanto previsto nel 2007 dall'IPCC.
Per quelli che ancora nutrissero dei dubbi in proposito, le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide si stanno davvero ritirando - e anche molto velocemente: lo conferma un nuovo studio sul cambiamento climatico.
E tra gli effetti più evidenti, secondo i ricercatori, c'è l'innalzamento del livello dei mari, che sta avvenendo più velocemente del previsto e che potrebbe avere serie conseguenze sulle persone e sugli animali.
Il crescente del livello degli oceani potrebbe infatti aumentare il rischio di catastrofiche inondazioni come quelle provocate poche settimane fa dall'uragano Sandy a New York e nel New Jersey. I danni ambientali potrebbero anche includere l'erosione massiccia e la contaminazione degli acquiferi e dei terreni. E sul lungo periodo, milioni di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le coste per spostarsi in zone più interne.
Riassumendo almeno vent'anni di studi e dati ottenuti dalle rilevazioni satellitari, il nuovo articolo, pubblicato su Science, finalmente offre una stima affidabile del cosiddetto bilancio di massa glaciale. Il bilancio rappresenta il rapporto tra il ghiaccio che si deposita nelle calotte e quello che si scioglie o si stacca. Tra il 1992 - anno di inizio dei rilevamenti satellitari - e il 2011, i risultati mostrano che entrambe le calotte glaciali, a parte l'Antartide orientale, stanno perdendo massa. In questi 20 anni, la Groenlandia ha perso 152 miliardi di tonnellate di ghiaccio, l'Antartide occidentale almeno 65 miliardi, la penisola antartica 20 miliardi, mentre solo la massa glaciale dell'Antartide orientale è aumentata di 14 miliardi di tonnellate.
"Quando abbiamo condotto i nostri esperimenti confrontando le varie mappe, l'enigma si è risolto", ha detto uno degli autori dello studio, Andrew Sheperd, docente all'Università di Leeds.
Dice Alexander Robinson, ricercatore dell'Università di Madrid, che non ha partecipato allo studio, "avevamo già una buona idea di quello che sta accadendo alle masse glaciali, ma questo nuovo studio finalmente raccoglie insieme molti dati dando un quadro molto più chiaro di quello che sta succedendo. È un'altra prova dei drammatici cambiamenti in atto, provocati dal clima e dagli oceani sempre più caldi. Ancora però non sappiamo bene come queste zone stiano cambiando"
La diminuzione dei ghiacci è legata al riscaldamento globale:
Per questo studio, Shepherd e i colleghi hanno correlato tre diversi tipi di dati ottenuti dalle osservazioni satellitari: l'altimetria, che restituisce la morfologia dei ghiacci e la loro evoluzione nel tempo; l'interferometria che misura la velocità delle calotte e la gravimetria che calcola il peso delle masse glaciali sulla base del campo gravitazionale terrestre. "Fino ad ora c'erano più di 30 pubblicazioni sui cambiamenti delle calotte. Noi abbiamo cercato di combinare i vari risultati col fine di ottenere una stima migliore dei cambiamenti in corso", ha spiegato Shepherd.
E i risultati ottenuti si accordano bene anche con le osservazioni sulle variazioni climatiche delle regioni polari. Per esempio, il fatto che la Groenlandia stia perdendo ghiaccio almeno 5 volte di più rispetto a vent'anni fa, è legato all'aumento della temperatura dell'aria nelle regioni artiche. E nell'Antartide occidentale la perdita di ghiaccio è molto più veloce proprio in corrispondenza dell'area in cui l'oceano si sta riscaldando. Solo l'Antartide orientale vede invece un aumento della sua massa glaciale, il che coincide con i più alti tassi di nevosità previsti dai cambiamenti climatici.
"Il fatto che l'Antartide stia definitivamente perdendo parte delle sue masse glaciali è una conclusione piuttosto inaspettata se confrontata con l'ultimo report dell'IPPC - la commissione internazionale che studia i cambiamenti climatici - del 2007, quando gli scienziati non erano ancori sicuri se il polo sud stesse crescendo o diminuendo. I nostri dati sono da due a tre volte più accurati di quelli resi disponibili dall'ultimo report dell'IPCC".
Nuovi dati sull'aumento del livello dei mari:
Kevin Trenberth, ricercatore del Centro nazionale sulle ricerche atmosferiche di Boulder in Colorado, che non ha partecipato allo studio, ha detto che lo studia " Ora prova con chiarezza che la perdita di ghiaccio ai poli è legata al riscaldamento globale".
Secondo la nuova ricerca, dal 1992 ad oggi lo scioglimento dei ghiacci ha causato un innalzamento del livello dei mari di almeno 11 millimetri - circa il 20% dell'aumento totale. Inoltre un altro studio pubblicato su Environmental Research Letters, mostra che il livello dei mari cresce di circa 3, 2 mm all'anno, almeno il 60% di più di quanto stimato da un'altra ricerca dell'IPCC. "Questi risultati dovrebbero essere tra le preoccupazioni principali dei politici che si riuniscono a Doha, visto che dimostrano che il riscaldamento globale è reale e potrebbe avere conseguenze importanti destinate ad aggravarsi sempre di più", ha commentato Trenberth.
Intanto la World Meteorological Organization, durante la conferenza sul clima organizzata dall'ONU a Doha, in Qatar, ha rilasciato una comunicazione in cui dichiara che "il cambiamento climatico sta avvenendo sotto i nostri occhi".
L'innalzamento del livello degli oceani tra l'altro potrebbe influenzare lo sviluppo dei super uragani, Per esempio, in occasione di uragani come Sandy - che ha provocato la morte di 157 persone e danni per decine di miliardi dollari - il livello dei mari più elevato causerà mareggiate e inondazioni sempre più distruttive.
Prevedere i cambiamenti del clima:
Shepherd spera ora che i climatologi siano in grado di riutilizzare questi nuovi dati per prevedere con maggiore accuratezza le conseguenze del cambiamento climatico. Fino ad ora infatti "hanno sempre dovuto scegliere tra circa 40 stime diverse".
E infatti, come spiega Walt Meier, meteorologo, "una raccolta di dati così affidabile era veramente necessaria visto che fino ad ora avevamo a disposizione una tale mole di dati diversi che ad un certo punto non sapevamo più a quali affidarci. I risultati sono finalmente più maneggevoli e offrono un punto di riferimento per le proiezioni future".
Ma forse il risultato più importante ottenuto in questo studio è stata la "cooperazione scientifica", ha detto Meier. "Invece della solita miriade di gruppi scientifici che lavorano separatamente, gli autori di questo lavoro si sono riuniti e sono giunti ad una conclusione condivisa. È un ottimo esempio di come oggi solo la cooperazione nella scienza possa portare ai migliori risultati".
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