LE "KATANA" GIAPPONESI: TRA LEGGENDA E REALTA'
Di: ditadifulmine.com
“Sulla katana circolano storie e leggende che, a volte,
sfiorano l'inverosimile. Nel corso dei secoli, a queste spade sono stati
attribuiti poteri quasi sovrannaturali, ma quanto c'è di vero negli aspetti più
straordinari della katana?
Affrontare l'argomento delle spade giapponesi richiederebbe
interi volumi dedicati alla loro evoluzione, alle tecniche costruttive, e al
ruolo sociale che la katana ha svolto fin dall'inizio del periodo dei
"Reami Combattenti" giapponesi. E' stato un po' difficile limitare la
quantità di informazioni da inserire in questo post, ma era impossibile non
citare alcuni dei numerosissimi aspetti curiosi e poco noti della katana
giapponese.
Mi limiterò, quindi, a riportare informazioni e curiosità su
cui basare i vostri approfondimenti personali, nella speranza che l'argomento
possa appassionarvi.
Iniziamo con un po' di storia: la spada che oggi chiamiamo
katana sembra essere nata a partire dal XII° secolo dall'evoluzione della spada
tachi, probabilmente per rispondere all'esigenza di lame maneggevoli anche in
spazi ristretti.
La katana viene generalmente definita come una spada dalla
lama leggermente curva e dalla lunghezza di 60-70 centimetri, dipendentemente
dal periodo di produzione e dalla moda del tempo. Non è molto differente dalla
spada tachi, più lunga e con una curvatura della lama più pronunciata, e spesso
le due tipologie di spada giapponese sono distinguibili solo dalla firma sul
codolo (nagako).
La veloce estrazione della katana dal suo fodero, possibile
grazie alla lama generalmente più corta (e più pesante, a parità di lunghezza)
di quella del tachi, era perfetta per lo stile di combattimento dei samurai, in
cui il colpo più veloce doveva essere in grado di abbattere all'istante un
avversario.
Anche il modo di indossare la spada lunga subì dei
cambiamenti dopo l'origine della katana: quest'arma consentiva di estrarre e
colpire l'avversario in un unico gesto, a patto che fosse indossata in modo
differente rispetto al tachi.
Utilizzare il termine katana per definire, indipendentemente
dalla collocazione temporale di ciascuna arma, ogni spada giapponese dotata di
certe caratteristiche, non è del tutto corretto.
Come capita per i cambiamenti sociali delle culture presenti
e passate, anche la concezione della guerra e delle armi ha attraversato
periodi differenti; una katana prodotta prima dell 1573 (periodo Muromachi),
quindi, è stata realizzata utilizzando tecniche differenti, e per scopi
altrettanto diversi, rispetto ad una katana prodotta in tempi relativamente
moderni.
Ci sono ovviamente dei punti in comune che possono definire
in modo più o meno preciso una katana giapponese autentica, in primo luogo il
tipo di acciaio utilizzato per forgiarla.
La katana autentica viene prodotta a partire dall'acciaio
Tamahagane, una combinazione di acciaio ad alto e basso contenuto di carbonio.
Questo tipo di composizione consente di ottenere lame allo stesso tempo
estremamente affilate ma difficili da rompere in combattimento.
L'acciaio Tamahagane veniva prodotto tradizionalmente solo
3-4 volte all'anno tramite un processo che richiedeva 5 giorni tra costruzione
della fornace, produzione dell'acciaio e pulitura finale. Per produrre circa 2
tonnellate di acciaio (solo la metà del quale era di qualità tamahagane)
venivano utilizzate 13 tonnellate di carbone e 8 di sabbia nera (satetsu).
Una volta acquistata una porzione di tamahagane, il fabbro
inizia a comporre un puzzle di frammenti di acciaio in base al contenuto di
carbonio dei frammenti stessi, portando il tutto ad elevata temperatura per
ottenere un lingotto lavorabile.
Il lingotto viene allungato e piegato a "U"
diverse volte (almeno 16), per eliminare la maggior parte delle impurita che
potrebbero intaccare la resistenza della lama.
Si procede poi con la lavorazione del lingotto per ottenere
una forma rudimentale di spada, leggermente o per nulla ricurva. La curvatura
della lama sarà ottenuta temperando l'acciaio attraverso una tecnica
particolare: ogni costrutture di spade ricopre la lama con diversi strati di un
composto realizzato con argilla, acqua e altri ingredienti (ogni artigiano ha
la sua personale ricetta), distribuendo uno spesso strato del composto sul filo
della lama.
L'argilla funge da isolante termico: dopo aver scaldato la
lama, l'acciaio rovente viene immerso in acqua o olio, e il ridotto isolamento
termico sul dorso farà incurvare leggermente la lama. Il risultato aggiuntivo
di questa operazione è la creazione di un hamon, un motivo a linee ondulate sul
filo della lama che spesso viene utilizzato come "firma" del
costruttore.
Quanto è realmente efficace una katana realizzata secondo il
metodo tradizionale? Tutta la complessa metodologia e la ritualità elaborate
per la sua costruzione custodiscono i segreti di una delle lame più efficaci
del pianeta: qualità superiore del metallo, e incredibile precisione in ogni
passaggio richiesto per la sua costruzione.
Quando l'acciaio con lo 0, 7% di carbonio viene portato a
750 °C, diventa austenite, un particolare stadio del metallo d'importanza
cruciale per la tempra dell'acciaio.
Quando l'austenite viene raffreddata rapidamente cambia
struttura trasformandosi in martensite, una forma estremamente dura
dell'acciaio; ma se il raffreddamento è relativamente lento, la sua struttura
si modifica in perlite, una forma più morbida del metallo.
Il composto a base di argilla consente di controllare il
raffreddamento delle diverse parti della lama, allo scopo di ottenere un corpo
resistente e flessibile e un filo estremamente sottile e duro”.
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