BREVE STORIA DI UNA GENERAZIONE
"Eravamo ragazzi e ci
dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a
niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando
lasciammo perdere, ...rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare,
disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo
tempo eravamo già troppo grandi, con troppa
esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie
non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero TFR , zero sindacati, zero
diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso
di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza
media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre
dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli?
Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo
mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo
altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo
bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo
aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti
si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per
impedirlo?”. A quel punto non potemmo
che rispondere: “Andatevene affanculo!”. (Breve storia di una generazione)
Un'eccellente cronistoria...
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