sabato 24 marzo 2012

F.I.L. = FELICITA' INTERNA LORDA



PREMESSA: L'articolo che segue potrebbe essere frutto di una scaltra propaganda, da parte dello stato a monarchia democratica del Buthan, in quanto al di là dei contenuti altamente morali e progrediti ("utopistici" per la nostra mentalità occidentale), trascura la controversia sui profughi Lotshampa.
La politica di preservazione dell'identità nazionale ha portato negli anni novanta all'espulsione di migliaia di bhutanesi di origine nepalese e di religione induista (chiamati Lotshampa) che vivevano soprattutto nel sud del paese. Questi sono stati costretti a espatriare e a rifugiarsi in una decina di campi profughi del Nepal orientale, nell'area di Damak, dove sono assistiti dall'UNHCR e dalla Caritas. Si tratta, secondo i censimenti, di oltre centomila persone che rivendicano il diritto di tornare nella loro patria d'origine e spesso tentano, a gruppi, di ritornare in Bhutan, dove vengono respinti dalla polizia di frontiera. Da anni sono in corso trattative trilaterali (Bhutan, Nepal e Organizzazione delle Nazioni Unite) per trovare una soluzione al problema. Nel 2007 il governo degli USA ha dato la sua disponibilità a ospitare almeno 60 mila di questi profughi attraverso un piano di immigrazione graduale. Gli Stati Uniti hanno avanzato questa ipotesi anche per evitare che i giovani nati o cresciuti nei campi profughi si uniscano alla crescente guerriglia di ispirazione maoista guidata dal Partito comunista (marxista-leninista-maoista) bhutanese.

TUTTAVIA, RITENIAMO CHE VEICOLARE QUESTA NOTIZIA, CI AVVICINI COMUNQUE AD UN MONDO CHE DEVE CAMBIARE PROIETTANDOSI NELLA POSITIVITA'

FIL o PIL: l’esperienza del Bhutan
Nel Bhutan, regno himalayano ricco di miti e leggende, un paese dove acquistare sigarette è illegale, per l’andamento generale del paese,  si sta valutando un altro indice, denominato :  Felicità Interna Lorda (FIL).
Questo singolare parametro sta riscuotendo interesse a livello mondiale perché è stato utilizzato come indicatore della felicità umana indipendentemente dal benessere materiale, contrassegnato dal (PIL).
Invece che basare lo sviluppo sulla crescita economica , il Bhutan misura in base alla felicità delle persone. Il 96,7 per cento dei suoi abitanti ha dichiarato di essere molto felice, nonostante non sia un paese ricco.
Il FIL rappresenta un nuovo approccio filosofico allo sviluppo: in altri termini, l’indice non si limita a valutare la ricchezza materiale, bensì prende in considerazione soprattutto la ricchezza mentale.
In Bhutan conta per misuare la felicità (FIL):
promuovere uno sviluppo economico imparziale e uno sviluppo generale
 mantenere un ambiente naturale ricco e uno sfruttamento sostenibile
 proteggere l’eredità culturale, tramandare e promuovere la cultura tradizionale
 stabilire e mantenere un buon governo.

Ma poiché questi aspetti non possono essere espressi numericamente, attualmente un gruppo di ricerca bhutanese sta lavorando per sviluppare un’espressione quantitativa del FIL, nella quale le quattro voci sono ulteriormente suddivise nei seguenti nove parametri misurabili:
 standard di vita basilari
 differenza e diversità culturali
 ricchezza di emozioni e sentimenti
 salute fisica e mentale
 livello di istruzione e di cultura
 gestione del tempo e progettualità di vita
 ambiente ed ecologia
 grado di attività (o disponibilità a lavorare con gli altri) all’interno di una comunità
Stabilire e mantenere un buon governo I politici del paese si impegnano per mantenere un buon equilibrio tra un’alta qualità morale, la felicità e la crescita economica, in una società che riconosce l’individualità di ognuno, dove le relazioni umane sono valorizzate e le persone possiedono le capacità emotive per esprimere empatia verso gli altri.
Gli abitanti del Bhutan sono convinti che la crescita economica non sia una misura valida della felicità umana perché sanno bene che non c’è limite al desiderio di beni materiali e non è poi così interessante possedere tante cose. Essi vivono e praticano i principi buddisti di carità e compassione (kasha), offrire e donare (fuse) e non possedere beni (mu-shoyuu) predicati anche da Mahatma Gandhi in India. Un insegnamento prezioso quello del popolo bhutanese, che ci porta inevitabilmente alla riflessione, in un periodo in cui i valori umani sono troppo trascurati a favore di un alienante individualismo egoista; la lezione che ci danno si fonda proprio sulla valorizzazione della “relazione” fra esseri umani e fra esseri umani e natura. Inoltre il successo o la maturità sono considerati il risultato di un processo di crescita del cuore e dello spirito piuttosto che nell’accumulo di ricchezze. Provate a “dare i numeri” sulla base dei nove parametri al vostro paese… grasse risate!

lo Staff del Blog

Notizia ripresa da Magozine.it: http://www.magozine.it/fil-vs-pil-lesperienza-del-bhutan

Stampa Libera
Rielaborazione da Sustainability and Buddhism, The Journal of Oriental Studies, vol.20.


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