lunedì 4 luglio 2011

RECITARE UNA FARSA- MOBBING e altro.

L’uomo moderno ( ma fortunatamente non tutti ), si è abituato a recitare una farsa.
Pur sapendo di ingannare il prossimo mette in scena una recita che ha architettato precedentemente, la “ vittima “ che magari è una di quelle persone ancor per bene, quelle che parlano ancora ascoltando il nucleo della discussione , si sente una “ pazza “ non comprendendo di che cosa si stia parlando.

Mi riferisco ad esempio al fenomeno del mobbing : capi e colleghi in un luogo di lavoro si mettono d’accordo nel voler “ eliminare “ un dipendente , così attuano a freddo una strategia che discrediterà il dipendente. Facendo leva sulla buona fede del lavoratore , lo fanno sentire in colpa di cose non commesse, o eventualmente di errori, spesso ingigantiti, che agli altri dipendenti sono invece stati sempre perdonati nel tempo precedente. Questo modo di agire porta ad una discrepanza tra la realtà accaduta e quella che si finge di essere ( poichè se ne parla ) che porta ad una sorta di “ follia “ il lavoratore, il quale dovrà essere forte e scaltro per evitare di cadere in depressione.

Il problema è che questo di tipo di farsa, cioè raccontare una realtà differente da quella realmente accaduta, avviene quotidianamente, tra politici, uffici e pubblico , relazioni sociali. Forse per questo l’uomo “ moderno “ è perseguitato da una sorta di follia che lo rende altamente stressato e lontanissimo dalla serenità. Il punto è che ogni giorno và in scena una recita che riguarda anche coloro che la architettano, trasformando il paese in una sorta di teatro dell’opera in cui alcuni ( molti ) giocano a chi mente meglio. Però LA VERITA’ salta sempre fuori e chi ha cattive intenzioni prima o poi pagherà lo scotto del film assurdo che ha messo in onda . LA STORIA INSEGNA, che chi pensa e agisce male sarà alla fine vittima delle sue macchinazioni.

SE L’UOMO NON RECUPERA UNA COSCIENZA se non altro di rispetto per il prossimo, pare destinato a subirne le conseguenze.

Tornare a raccontarsi senza timori e non vedere nell’altro un nemico, era il modo perduto di rapportarsi.

Auguro a tutti di ritrovare il bello del comunicare senza maschere, parlare con qualcuno, incontrato, per arricchirsi e non già per difendersi .

Saluti

Matteo Zavattaro

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