di Marco La Rosa
(estratto dalla conferenza tenuta a Parma il 6 maggio 2000, in occasione della Mostra –Manifestazione : Spedizione Jules Verne. Un viaggio straordinario. – Parma Palazzo Pigorini 26/03/2000 – 28/05/2000).
Uno dei più avvincenti romanzi di Jules Verne, " L’Isola Misteriosa ", ci ha trasmesso il cosiddetto “input” per raccogliere le numerose considerazioni ed ipotesi che da anni affollano, più o meno disordinatamente, i nostri pensieri.
Per non togliere a chi legge l’inebriante sensazione dell’avventura, che Verne trasmette mirabilmente con le sue pagine, non sveleremo alcunché della trama: ci limiteremo a sporadici richiami, che potranno comunque essere facilmente individuati da ognuno.
Tre sono le domande che scaturiscono dalle nostre “riflessioni storiche” circa l’Umanità presente, passata e futura:
1) Gli avvenimenti di cui sono protagonisti i cinque coloni del Romanzo di Verne, sperduti in un’isola deserta, possono essere trasposti al genere umano d’un remoto passato (non “ufficialmente” riconosciuto), ivi comprese le ignote influenze benefiche che “forzano” il corso degli eventi e fanno macroscopicamente progredire i coloni (nel romanzo) e l’umana evoluzione (nella realtà) ?
2) L’Umanità ha mai dovuto “riprendere tutto da capo, dopo un naufragio” (cataclismi, diluvio, ecc…) ? Quanti Cyrus Smith (Deus ex machina) della situazione hanno permesso il ripristino graduale della civiltà, ripartendo da zero ?
3) E’ quindi esistita una super-civiltà planetaria (Atlantide - Mu - Lemuria),
origine di tutto ciò che oggi siamo e, forse, saremo in un prossimo futuro ?
Ci sono tracce evidenti di tutto questo nel passato dell’Uomo ?
Dopo oltre cento anni di studi dedicati alla ricerca di Atlantide, attraverso l’archeologia, la geologia, l’antropologia, la botanica, la geografia, la cartografia, la biologia, ecc., cos’è emerso?
Quella che noi oggi definiamo “scienza primitiva” (ad es. quella dei Sumeri, Egizi e Maya) poteva costituire, già migliaia di anni or sono, la reminiscenza d’un’antichissima ed avanzatissima civiltà ?
Attraverso quali parametri l’Uomo odierno valuta il progresso e la civiltà d’un popolo ? Con un solo termine: la tecnologia. Ma poteva, un tempo, esistere una civiltà “globale”, evolutissima, basata non sulla tecnologia (che non implica, per forza di cose, la massima espressione della conoscenza e del progresso !!!), ma piuttosto sullo sviluppo delle capacità mentali e dei valori etici ? Ad esempio l’armonia e il benessere collettivo, “in primis”, come riferisce Platone a proposito della mitica città di Atlantide !
Più una società fa uso di strumenti atti ad aiutare (= ad usare meno) la mente umana, se non addirittura a sostituire le sue possibilità intrinseche, più oggi è considerata “avanzata”; questo naturalmente a scapito delle facoltà che necessitano d’un allenamento costante (la tecnologia oggi c’è, ma domani potrebbe anche improvvisamente regredire, come siamo convinti che sia già successo...). Quelle facoltà, insomma, di cui quasi certamente erano dotati gli antichi abitanti della terra (migliaia o forse milioni di anni fa) e che oggi purtroppo sono andate “dimenticate”, ma per fortuna non estinte !
Se queste “super capacità cerebrali” erano alla base di quest’antica “Umanità” (come per noi lo è la tecnologia), forse questa è la primaria risposta al fatto che non siano state, a tutt’oggi, ancora trovate evidenze inequivocabili che riconducano con certezza a questa civiltà…..o forse le abbiamo davanti agli occhi, ma, proprio per il fatto che la nostre facoltà cerebrali sono regredite, non riusciamo a distinguerle !
Davanti a noi restano solamente “ciclopici e sbalorditivi” reperti archeologici, per ironia della sorte non databili con esattezza neppure dalla nostra tanto ostentata “tecnologia”; per cui, ancora adesso, su tutto questo aleggia il mistero, checché sostengano gli accademici della cosiddetta “scienza ufficiale” !
Chi ha eretto quelle meraviglie, che hanno sfidato le ingiurie del tempo e della meteorolgia per centinaia di secoli ? Come è stato possibile tutto ciò ?
Forse nella domanda è insita la risposta: LA MENTE DELL’UOMO, quello di undicimila anni or sono, però !
(estratto dalla conferenza tenuta a Parma il 6 maggio 2000, in occasione della Mostra –Manifestazione : Spedizione Jules Verne. Un viaggio straordinario. – Parma Palazzo Pigorini 26/03/2000 – 28/05/2000).
Uno dei più avvincenti romanzi di Jules Verne, " L’Isola Misteriosa ", ci ha trasmesso il cosiddetto “input” per raccogliere le numerose considerazioni ed ipotesi che da anni affollano, più o meno disordinatamente, i nostri pensieri.
Per non togliere a chi legge l’inebriante sensazione dell’avventura, che Verne trasmette mirabilmente con le sue pagine, non sveleremo alcunché della trama: ci limiteremo a sporadici richiami, che potranno comunque essere facilmente individuati da ognuno.
Tre sono le domande che scaturiscono dalle nostre “riflessioni storiche” circa l’Umanità presente, passata e futura:
1) Gli avvenimenti di cui sono protagonisti i cinque coloni del Romanzo di Verne, sperduti in un’isola deserta, possono essere trasposti al genere umano d’un remoto passato (non “ufficialmente” riconosciuto), ivi comprese le ignote influenze benefiche che “forzano” il corso degli eventi e fanno macroscopicamente progredire i coloni (nel romanzo) e l’umana evoluzione (nella realtà) ?
2) L’Umanità ha mai dovuto “riprendere tutto da capo, dopo un naufragio” (cataclismi, diluvio, ecc…) ? Quanti Cyrus Smith (Deus ex machina) della situazione hanno permesso il ripristino graduale della civiltà, ripartendo da zero ?
3) E’ quindi esistita una super-civiltà planetaria (Atlantide - Mu - Lemuria),
origine di tutto ciò che oggi siamo e, forse, saremo in un prossimo futuro ?
Ci sono tracce evidenti di tutto questo nel passato dell’Uomo ?
Dopo oltre cento anni di studi dedicati alla ricerca di Atlantide, attraverso l’archeologia, la geologia, l’antropologia, la botanica, la geografia, la cartografia, la biologia, ecc., cos’è emerso?
Quella che noi oggi definiamo “scienza primitiva” (ad es. quella dei Sumeri, Egizi e Maya) poteva costituire, già migliaia di anni or sono, la reminiscenza d’un’antichissima ed avanzatissima civiltà ?
Attraverso quali parametri l’Uomo odierno valuta il progresso e la civiltà d’un popolo ? Con un solo termine: la tecnologia. Ma poteva, un tempo, esistere una civiltà “globale”, evolutissima, basata non sulla tecnologia (che non implica, per forza di cose, la massima espressione della conoscenza e del progresso !!!), ma piuttosto sullo sviluppo delle capacità mentali e dei valori etici ? Ad esempio l’armonia e il benessere collettivo, “in primis”, come riferisce Platone a proposito della mitica città di Atlantide !
Più una società fa uso di strumenti atti ad aiutare (= ad usare meno) la mente umana, se non addirittura a sostituire le sue possibilità intrinseche, più oggi è considerata “avanzata”; questo naturalmente a scapito delle facoltà che necessitano d’un allenamento costante (la tecnologia oggi c’è, ma domani potrebbe anche improvvisamente regredire, come siamo convinti che sia già successo...). Quelle facoltà, insomma, di cui quasi certamente erano dotati gli antichi abitanti della terra (migliaia o forse milioni di anni fa) e che oggi purtroppo sono andate “dimenticate”, ma per fortuna non estinte !
Se queste “super capacità cerebrali” erano alla base di quest’antica “Umanità” (come per noi lo è la tecnologia), forse questa è la primaria risposta al fatto che non siano state, a tutt’oggi, ancora trovate evidenze inequivocabili che riconducano con certezza a questa civiltà…..o forse le abbiamo davanti agli occhi, ma, proprio per il fatto che la nostre facoltà cerebrali sono regredite, non riusciamo a distinguerle !
Davanti a noi restano solamente “ciclopici e sbalorditivi” reperti archeologici, per ironia della sorte non databili con esattezza neppure dalla nostra tanto ostentata “tecnologia”; per cui, ancora adesso, su tutto questo aleggia il mistero, checché sostengano gli accademici della cosiddetta “scienza ufficiale” !
Chi ha eretto quelle meraviglie, che hanno sfidato le ingiurie del tempo e della meteorolgia per centinaia di secoli ? Come è stato possibile tutto ciò ?
Forse nella domanda è insita la risposta: LA MENTE DELL’UOMO, quello di undicimila anni or sono, però !
Nessun commento:
Posta un commento